Il mio primo Cingoli. Che dire? Settimana
fantastica, con gente fantastica. Vissuta nello Spirito Santo che ci ha donato
tanta felicità e la voglia di pregare insieme. Le
cose che mi sono piaciute più di tutte sono state le catechesi di Don Emilio,
le sue canzoni e le risate di tutti i fratelli e le sorelle insieme a noi.Come
già detto, ero partita da casa che qualcuno mi aveva detto: "Vedrai,
qualcuno ti dirà la frase: CINGOLI TE FREGA". La frase non
l'ho mai sentita, ma è proprio vero che quest'esperienza ti cambia il modo di
vedere, di pensare e di stare con il Signore. Proporrò volentieri questa
frase ai cosiddetti nuovi di anno prossimo. Grazie a tutti! (Aurora)
Questa settimana è stata molto bella e interessante, piena di vita. Fra Andrea, il primo giorno, ha detto che potevamo fare come a casa nostra, ma per me non c’era bisogno: ci si sentiva già come a casa nostra e forse anche meglio. Per me è stato davvero un incontro con il Signore; quando facevamo le catechesi si sentiva proprio che Lui era in mezzo a noi. È difficile da spiegare, ma sentivo che c’era qualcosa che ci univa tutti insieme, un filo che ci legava, e ci lega tutt’ora anche se lontani. In questa settimana ho capito davvero, cos’è l’amore fraterno e spero che possa provarlo anche nei prossimi giorni. (Stefano R.)
Un giorno abbiamo cantato
insieme queste parole: “Di a chi è smarrito che certo Lui tornerà”. È quanto di più bello porto nel
cuore dopo questa esperienza: nelle nostre vite indaffarate, nelle incertezze,
nei momenti di tristezza, Gesù torna attraverso una parola, un sorriso, una
preghiera, una riflessione, una pausa caffè. Io ho riscoperto Gesù nel volto di
ognuno dei ragazzi che ho avuto la possibilità di incontrare in questi giorni e
per questo devo ringraziare chi ha insistito, contro la mia testardaggine, per
convincermi a partecipare.
Oltre ad essere riuscita a
superare la difficoltà di parlare davanti a tante persone, ho capito quanto sia
indispensabile la preghiera per poter sentire Dio vivo e presente nella vita di
tutti i giorni.
Papa Francesco scrive: “Quanto
ci fa bene amarci gli uni gli altri al di là di tutto!”. È stato proprio questo
amore gratuito che mi ha fatto sentire accolta e mai giudicata, parte
integrante di una storia che ha per protagonista Gesù. È vero, allora, quello
che si diceva il primo giorno: non si torna mai come quando si è partiti. (Silvia
R.)
Il mio Cingoli? I miei
esercizi spirituali 2015? Sono stati la risposta o quasi, (il dubbio c'è
sempre) alle mie domande, ovvero, cosa cerco? In che direzione vado? Qual'è la
mia vocazione? Tanti dubbi ma anche tante risposte. Tra le certezze è che Dio
non abbandona nessuno! Ognuno di noi ha e avrà il suo sostegno nel suo di
cammino, nella sua di quotidianità, nella sua di vita. Lo trova innanzitutto nei
suoi fratelli, e nell'aiuto concreto dello Spirito Santo, che sempre intercede
e dona. Per cui fratelli miei, non abbiate paura, lo dico io che sono il più
diffidente di Voi, FIDATEVI! "La mia notte non ha
oscurità". Siate dunque viandanti che seguono una
luce, la cometa che è DIo, siate poi portatori di questa luce che illumina
anche le vie più buie, per chi come voi aveva smarrito la via e non la
conosceva. (Valentino)
Torno a casa, mi guardo indietro e solo ora mi rendo
conto dell'altezza vertiginosa che abbiamo raggiunto, dell'incredibile
semplicità con cui abbiamo condiviso ciò che abbiamo di più caro. Solo ora mi
rendo conto davvero delle provvidenziali meraviglie che opera il Signore, anche
con i nostri poveri mezzi! Uno sguardo, una parola, un silenzio, un sorriso che
possono cambiarti la vita. (Emanuela)
Mettere per iscritto quello che ho vissuto e
soprattutto abbiamo vissuto insieme in questa settimana non è semplice, per
l'intensità e la bellezza di ogni momento. Ma se ripenso a questi giorni, mi
risuonano nel cuore 3 cose in particolare. La prima, è una cosa che ci ha detto
Don Emilio nella prima catechesi, riguardo lo Spirito Santo: è lo Spirito Santo
che mi fa fare esperienza vera di Cristo, che mi porta nell'abbandono fiducioso
in Dio, e soprattutto ho potuto capire e sperimentare che tutto ciò che di
buono posso fare nella mia vita è solo grazie allo Spirito Santo. Scoprire
questo mi ha messo nel cuore tanta serenità. La seconda cosa: la bellezza della
fraternità, dello stare insieme con semplicità e con amore gratuito. Questo è
quello che mi auguro potrò vivere anche ora che sono tornata a casa, con tutte
le persone che il Signore metterà sulla mia strada. La terza cosa, che però in
realtà è quella a cui penso più spesso, sono i sorrisi di tutti voi, che mi
hanno fatta veramente sentire voluta bene, più di qualsiasi parola detta. (Anna)
Ho vissuto una settimana vera. Sono tornata a casa con
tante domande, tante canzoni in testa, tanti visi e tanti sorrisi, che spero il
Signore mi aiuterà a ricordare.
Tante volte mi è stato detto quanto sia importante
leggere ogni giorno la Parola di Dio, eppure quando tornavo dai vari ritiri,
questa non era mai una mia priorità, e di tanto in tanto a seconda di quanta voglia
e bisogno ne avessi, leggiucchiavo qua e là il Vangelo. Ma stavolta mi ha
riempito di stupore la potenza della Parola di Dio che agisce nella vita e
chiede di essere vissuta. Mi sono presa l’impegno di essere costante e di
lasciarmi incontrare tutti i giorni dal Signore nelle Sacre Scritture.
E guardando alle esperienze di don Emilio, così lucide,
vivide nella memoria, ho provato anche io il desiderio di ricordare qualche
episodio della mia vita in cui la Divina Provvidenza è intervenuta o il Signore
ha ascoltato la mia preghiera ed è venuto in mio soccorso. Grazie a tutti i bei
fratelli e sorelle che ho scoperto di avere perché mi ha dato una grande gioia
ritrovare nel vostro abbraccio stretto e pieno d’amore, l’abbraccio del Padre!
(Benedetta)
Ho
sperimentato la forza vivificante dello Spirito Santo che rinnova la vita in
chi gli apre il cuore! Ho percepito la presenza di Gesù vivo e risorto negli
occhi dei fratelli. Ho cominciato a comprendere cosa significa sentirsi figli
dello stesso Padre. Non dimenticherò tutti coloro che hanno permesso questo
incontro così speciale con il Signore. Lo sento ancora presente nel mio cuore e
non riesco a trattenermi nel raccontarlo... Grazie! (Alessandra)
"O
concepirsi libero da tutto l’universo e dipendente solo da Dio, oppure libero
da Dio, e allora si diventa schiavi di ogni circostanza." In questa settimana ho
sperimentato cosa voglia dire questa frase che a volte mi interrogava.
Mi sono affidato, ho detto: Ti seguo, ecco la mia vita! Mi è stato dato il centuplo in fratelli e condivisione. Il mondo dice che è illogico fare le ferie stando ad orari precisi e riposando meno di quando si lavora: io voglio seguirLo e voglio riposare in Lui. (Giovanni)
Mi sono affidato, ho detto: Ti seguo, ecco la mia vita! Mi è stato dato il centuplo in fratelli e condivisione. Il mondo dice che è illogico fare le ferie stando ad orari precisi e riposando meno di quando si lavora: io voglio seguirLo e voglio riposare in Lui. (Giovanni)
Per
me gli esercizi di Cingoli sono sempre stati un momento tutto speciale, anche
quest’anno non ha fatto eccezione. Una delle cose su cui ho sempre avuto modo di crescere è la fraternità
che si vive. Sono certo che la dilatazione del tempo che si vive in questa
settimana, derivi proprio da questa condivisione reciproca di preghiera e di
fraternità, una settimana sembra un mese. Si sperimenta e si vive davvero
la bellezza e l’unicità di ogni singola persona. Purtroppo vengo da un contesto
in cui gli altri li ho considerati quasi sempre come unità di cui fidarsi poco
e se possibile da tenere a debita distanza, per evitare sofferenze e problemi.
Quest’anno poi ho fatto esperienza di qualcosa
in più con don Emilio, perché non solo l’altro è meritevole di amore
esattamente come me e come lo desidero io, ma ti dà anche amore, ti riempie, ti
fa fare esperienza di Dio, ancor più addirittura risulta fondamentale per la
realizzazione della propria vocazione, cioè della propria felicità, a questo
non avevo davvero mai pensato!
La
seconda riflessione che volevo fare è l’importanza di poter condividere anche i
propri piccoli e grandi errori, naturalmente con la dovuta prudenza, perché
condividere gli insuccessi le delusioni le fragilità ti fanno alleggerire e
danno una mano a crescere agli altri e possono evitare agli altri le sofferenze
che noi per primi abbiamo sperimentato. Gli altri non possono assolutamente essere un optional
perché l’altro è Dio incarnato oggi, e se non sbattiamo la porta in faccia al
prossimo, il Signore entra e cena con noi tutti insieme, come le nostre splendide
tavolate in refettorio. L'altro in verità sono io, se soffro io soffre l'altro,
se soffre l'altro soffro anche io. Se io oggi a tre anni di distanza riesco ad
avere più relazioni, più condivisioni, più socialità e grazie all’incontro che
ho avuto con delle persone speciali, che in certi casi mi hanno letteralmente
preso in braccio e portato sulle spalle, questo per me è stata fonte di un così
grande stupore, che era impossibile non vedere in tutto questo il “sacrificio
di Cristo”. Allora ringrazio in modo speciale queste persone e don Emilio e
ringrazio tutti i frati, lodo il Signore che mi ha messo accanto persone così
stupende che mi hanno amato anche quando ero tutt’altro che amabile! (Marco R.)
Vi
propongo due riflessioni che tra le tante continuano a risuonarmi forte nella
mente e nel cuore.
Se
è vero che "non c'è Venerdi Santo senza Domenica di Resurrezione, non c'è
Gesù crocifisso senza Gesù Risorto"......... Allora è altrettanto vero
che, senza sofferenza non c'è amore; o almeno non c'è amore degno di questo
nome. Eppure Sant'Agostino ci spinge a fare un passo ulteriore fino a
dire" Dove c'è amore non c'è sofferenza: o se c'è sofferenza, anch'essa è
amata. L'amore talvolta è un calice amaro da bere, ma confidando in Gesù può
diventare dolce e portare molto frutto. A
questo punto è forte l'interrogativo: " fino a che punto amo, fino a che
punto sono disposto a soffrire per amore? Fino a che punto?" Lo stesso
Sant'Agostino potrebbe ribattere che la misura dell'amore è amare senza misura. Anche
nell'oscurità c'è sempre una piccola luce ; è l'occhio che deve abituarsi a
vederla.
Si può camminare anche nelle tenebre; solo che si procede più lentamente e
bisogna prestare più attenzione. C'è la fede anche nell'oscurità...Sono
importanti entrambe: la fede nella luce e la fede nell'oscurità. (Laura)
Essendo
la seconda volta per me a Cingoli credevo che le emozioni sarebbero diminuite,
che sarebbero andate sbiadendo piano piano. Invece mi sono ritrovata a ridere,
piangere, pregare, cantare, gioire di cuore. Mi sono ritrovata felice, di nuovo
piena di speranza. Mi sono ritrovata, semplicemente, ed era ciò di cui avevo
bisogno. Il ritiro spirituale di Cingoli è una perpetua scoperta di sé e
degli altri, un viaggio in profondità, un continuo mettersi alla prova,
affrontarsi e affidarsi.
Ringrazio
ogni singola persona che ha organizzato, aiutato, partecipato affinché questa
esperienza potesse essere vissuta in un clima di vera fraternità, dove ognuno
dona un po' di sé all'altro, incondizionatamente. Ringrazio chi mi ha guidato,
chi mi ha ascoltato e chi mi ha dato l'opportunità di ascoltare a mia volta.
Ringrazio di cuore chi mi ha dato la possibilità di ritrovare la serenità pura
e semplice attraverso piccoli, grandi gesti. Grazie. (Letizia)
Mi
sento semplicemente di ringraziare il Signore perché nonostante le mie mancanze
continua a volgere il Suo sguardo misericordioso su di me. In questa settimana di esercizi mi ha affiancato
una compagnia speciale che ogni giorno mi stupiva con i loro sorrisi e con la
loro dolcezza. Ringrazio il Signore per averci donato la presenza di Don Emilio
che si è fatto testimone vivo e vero di un cristianesimo che è tutto tranne che
apparenza. Vi porto tutti nel cuore. (Gaia)
Proverò a descrivervi e
a donarvi testimonianza di quello che ho vissuto in questa settimana appena
trascorsa a Cingoli. Quello che ho notato in più, rispetto agli altri anni, è
il senso di fraternità, qualitativamente cresciuta che dona una sensazione di maggiore
unione e condivisione. Ho poi riscoperto che significa amare ed essere amato,
ma soprattutto ho scoperto e compreso cosa significa perdonare. Tutto ciò di
cui vi ho parlato non sarebbe stato possibile se non avessi incontrato Don
Emilio che, mediante la sua testimonianza e la sua semplicità, ci ha fatto
capire cosa significhi essere veramente cristiani, ma in primo luogo
ringrazio Gesù, che ha agito su di me, aprendomi al prossimo e riempendo il mio
cuore. I ringraziamenti finali, vanno anche a tutti i frati, le suore e i
membri dell OFS. Porterò sempre nel cuore questa gioia che il signore mi
ha donato. Pace e bene. (Andrea D.)
Cari
fratelli e sorelle, che grande emozione abita il mio cuore. L'immagine che più
mi rappresenta questa settimana è questa. Siamo arrivati lunedì più o meno
felici e luminosi, ma ognuno con i nostri pensieri le nostre fatiche le nostre
ferite, più o meno rimarginate, poi abbiamo iniziato a pregare tutti insieme,
preghiera era anche lo stare insieme fraternamente, non solo le lodi l'ora
media e la messa; e ad un certo punto è come se quell'unguento lenitivo e
illuminante, di cui si è parlato, è iniziato a calare su di noi giorno per
giorno fino a domenica e piano piano andava ad agire su ognuno sino agli
infiniti saluti di domenica dove tutti eravamo unti illuminati e guariti, con
una grande gioia da portare e trasmettere ovunque. Cari ragazzi apriamo uno
spiraglio del nostro cuore e Lui farà grandi cose con e su di noi. Come diceva
Giovanni Paolo II: prendete in mano la vostra vita e fatene un capolavoro. Buon
proseguo di vita a tutti. Un abbraccio. (Gloria)
Meglio
mal accompagnati che soli? meglio soli che mal accompagnati? fate come
volete...se si è ben accompagnati come a Cingoli si cresce nella vita e ci si
rafforza nella fede! Non dimenticherò mai questa esperienza che mi ha fatto
conoscere un sacco di belle persone che mi hanno ridato la benzina per
ripartire in un momento di stallo. Grazie a Don Emilio e ai frati per averci
fatto riflettere su diversi aspetti del Vangelo e della vita. Come sempre siete
delle guide insostituibili. Un doppio grazie per aver ridato alla festa di
Ferragosto il suo vero valore, a dimostrazione del fatto che per divertirsi e
stare bene insieme non è necessario ricorrere allo sballo, come purtroppo molti
giovani credono. Mi avete ridato la carica giusta per ripartire, grazie
infinite! :) (Marco C.)
Sono
partita da casa con un gravoso dubbio nel cuore: "E se non cambiasse
niente?", mi chiedevo. Venivo da un periodo frenetico della mia vita e mi
accompagnava una grande aridità spirituale e affettiva, che non riuscivo più a
sopportare. I primi giorni degli esercizi spirituali, però, non cambiava
proprio niente. Anzi, ogni occasione era buona per accorgermi di quanto fossi
arida e piena di sporcizia. Il che non era consolante. E più cercavo di
nascondermi, di autogiustificarmi pensando che magari non era proprio vero, più
mi sentivo frustrata, perché sapevo qual era la verità. Poi è cambiato tutto:
mentre ero ancora intenta a dirmi che tutte quelle cose brutte sul mio conto
non erano vere, mi sono sentita dire: "E invece è tutto vero! Ma va bene
così, perché Dio ti ama lo stesso". E da lì ho passato gran parte del mio
tempo ad elencarmi i miei difetti e a gioire e a stupirmi del fatto che Dio mi
ama lo stesso. Così, da quel momento ho smesso di impiegare tutte le mie
energie a cercare di essere perfetta e ho potuto godere davvero della Sua
grazia in tutto ciò che mi ha donato: i fratelli, un relatore santo, i momenti
di preghiera, i momenti di svago, i momenti di condivisione. Anche i miei dubbi
e le mie paure sono diventate strumento di grazia, perché finalmente ho capito
che passare il mio tempo a "leccarmi le ferite" sperando che
guariscano serve proprio a poco: se ami e ti spendi per il prossimo, sarà Dio a
guarire le tue ferite, e quelle diventeranno "feritoie di Grazia"
(cit. un sacerdote illuminato dallo Spirito Santo).
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma tenevo particolarmente a condividere con voi questa importante esperienza personale, che non racchiude l'intera esperienza, ma solo un aspetto di quello che ho vissuto durante gli esercizi spirituali di Cingoli. Ringrazio tutti di cuore e chiedo di pregare per me. Io farò altrettanto. Un abbraccio a tutti! (Agnese)
Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma tenevo particolarmente a condividere con voi questa importante esperienza personale, che non racchiude l'intera esperienza, ma solo un aspetto di quello che ho vissuto durante gli esercizi spirituali di Cingoli. Ringrazio tutti di cuore e chiedo di pregare per me. Io farò altrettanto. Un abbraccio a tutti! (Agnese)
Quest’anno
è la seconda volta che ho partecipato alla settimana degli esercizi spirituali
e sono stata bene. Ho conosciuto nuove persone e soprattutto ho vissuto la
settimana con più tranquillità e leggerezza nella mente e nel cuore. Mi sono
sentita più vicina a Dio approfondendo sempre di più il mio rapporto con Lui e
questo fatto mi fa stare molto meglio.
I
momenti che ho vissuto insieme ai ragazzi della PGV sono stati belli,
divertenti e speciali, e per questo voglio ringraziare Dio che come al solito
mi è accanto, i frati e tutta la PGV al completo che mi vuole bene e io
naturalmente ricambio col cuore. Un altro ringraziamento abbastanza strano va
anche a Paride per avermi dato il premio per la schizzofrenia che me la merito
e la reclamo tutta. Vi abbraccio forte e vi ringrazio tutti, nessuno escluso, a
presto!!! (Jo)
Anche stavolta, al termine degli
esercizi spirituali, mi trovo a ripetere una verità tanto vera ma che rischia,
a volte, di divenire scontata che il dono più grande che il Signore ha potuto
farci sono i fratelli e le sorelle. I quali nel loro volersi bene rendono
visibile l’amore che Lui ha per ognuno di noi. Come compito a casa per il
prossimo anno e soprattutto per la vita ho scritto: “Amiamoci gli uni gli
altri, come Lui ha amato noi”. Buon cammino ad ognuno di noi e non lasciamoci
rubare l’ideale della fraternità. (Paride)
Dopo
un anno pieno di impegni e a un anno di distanza dal mio primo Cingoli (che
definirei travolgente), arrivavo con molte aspettative, volevo che Cingoli mi
stupisse, mi lasciasse qualcosa di positivo dentro e già nei primi giorni tutto
ciò si è realizzato: catechesi interessanti e storie di vita che ti prendono il
cuore e lo rivoltano dentro di te dandoti un insegnamento forte, difficile da
dimenticare. Sono stati giorni così intensi che è passata una settimana senza
nemmeno rendermene conto, ma vedere il legame che si creava tra tutti i
partecipanti col passare dei giorni, è stato entusiasmante. Pertanto, un grazie
speciale va a don Emilio che ci ha dedicato oltre che questi giorni anche i
precedenti, necessari alla preparazione delle catechesi, ai frati che ancora
permettono la realizzazione di eventi come questo e a tutti coloro che rendono
la settimana di cingoli indimenticabile. (Leonardo)
Ho appena trascorso una
splendida settimana in compagnia di circa 50 ragazzi e ragazze (per la
stragrande maggioranza marchigiani), due suore (di cui una brasiliana
proveniente da São Luís, Brasile), due frati cappuccini, un sacerdote e diversi
ospiti occasionali fra cui vescovi e frati missionari. Tutti accompagnati dal
‘cooking team’, cioè quattro o cinque anziani aiutati da alcuni laici del Terzo
Ordine Secolare Francescano (per chi non lo sapesse, si tratta di un gruppo di
cristiani, sposati e non, che per vocazione si impegna a vivere prendendo esempio
da San Francesco d'Assisi).
Il ritiro spirituale, durato
sette giorni, si è svolto a Cingoli in un convento munito, direi, solo
dell’indispensabile (saloni, camerate, cucina, bagni e chiesa annessa,
principalmente), così come detta lo stile di vita francescano, devoto alla
povertà.
Le giornate sono state scandite
dalla preghiera (lodi al mattino dopo colazione, ora media prima del pranzo,
vespri e celebrazione eucaristica prima di cena), dal tempo di riflessione e
meditazione personale, oltre a discussioni di gruppo, catechesi e vario tempo
libero per socializzare. Durante la settimana, in ben tre occasioni, si è
usciti dal convento. Una prima volta in direzione Fabriano, ospiti delle
sorelle Clarisse. Una seconda volta verso Pian dell’Elmo, comune di Apiro, dove
si è andati appositamente per effettuare quello che viene chiamato ‘Deserto’,
ovvero alcune ore da spendere a piacere e in solitudine, con soltanto del pane
e sale grosso da mangiare per pranzo (tralascio la spiegazione del perché non
possedendo le conoscenze necessarie per descrivere le ragioni simboliche di
questo “rito”). Una terza volta, infine, diretti a Genga, nel giorno di
Ferragosto. Oltre a tanti scherzi e risate, queste sono le attività che si sono
svolte durante la settimana, ma l’essenza degli esercizi spirituali la si
ritrova decisamente nel modo in cui ciascuno di noi le ha vissute, sia in
gruppo che individualmente.
Per quanto riguarda la mia
esperienza, devo dire che è stata assolutamente positiva e ne esco arricchito
al livello più profondo e interiore della mia persona. Essendo un neofita
all’interno di certe comunità vicine alla Chiesa, il primo giorno mi è servito
innanzitutto per spazzare via alcune credenze e pregiudizi che, sia il
sottoscritto, sia, immagino, tante altre persone, avevamo riguardo la persona
dei frati, dei vescovi e dei preti. Chiaramente, non bisogna mai fare di tutta
l’erba un fascio, in quanto i due frati che ho avuto il piacere di conoscere
(Fra Andrea Spera e Fra Sergio Lorenzini) fanno parte dei Frati Francescani
appartenenti all’Ordine dei Cappuccini, cioè soltanto uno dei diversi ordini e
categorie ecclesiastiche esistenti, per cui non mi aspetto e non posso
affermare che tutti i frati siano persone squisite come loro o il loro rapporto
con i singoli e con il gruppo sia tanto informale, aperto e caloroso come è
stato. Allo stesso modo, non posso nemmeno dire che tutti i preti sono
coerenti, generosi, colti e disponibili a mettersi in gioco come Don Emilio
Rocchi, attuale parroco di Santa Maria Apparente ed ex rettore di seminario.
Ho iniziato dunque la settimana
conoscendo e facendomi conoscere dagli altri ragazzi, tutti fra i 17 e i 30
anni (tranne un paio di eccezioni con 33 e 38 anni, se non ricordo male). Fin
dall’inizio avevo intuito che si trattava di un gruppo di brava gente guidata
ed accompagnata, in questa occasione, da due altrettanto bravi e giovani frati.
Mano a mano che i giorni passavano ed io iniziavo a memorizzare qualche nome,
individuare qualche coppia di fidanzati (in questa settimana si cerca di stare
a debita distanza dal proprio ragazzo o ragazza) e qualche rapporto di
parentela (almeno cinque ragazzi/e hanno un fratello/sorella all’interno del
gruppo), iniziai a percepire chiaramente e in maniera sempre più forte la
“magia” che si stava creando fra noi tutti. È difficile da spiegare a parole ed
andrebbe vissuta in prima persona per essere compresa appieno, ma si riassume
comunque in un clima di gioia, serenità, pace e amore fraterno che si è subito
diffuso, tant’è che già dopo due o tre giorni, riflettendo sulle relazioni
interpersonali che avevo intrapreso e stavo vivendo in quelle ore, credevo già
di volere un sincero bene a tutti coloro che avevo appena conosciuto e sentivo
di essere voluto bene da tutti o quasi. Mi sono poi reso conto che era da tanto
tempo che non conoscevo persone di una umanità, umiltà e bontà superiori, io
che ero abituato a relazionarmi, da un anno a questa parte, con studenti,
professori e professionisti legati alla finanza, quindi con individui i cui
valori morali lasciano il più delle volte a desiderare.
“Si percepisce la presenza di
Dio”, disse il mio amico Alessandro, l’unica persona, insieme alla sua
fidanzata, che conoscevo già da prima e colui che mi ha invitato e convinto ad
unirmi (e che ringrazio di cuore). Casomai “si percepisce l’amore”, dicevo io,
molto meno abituato a parlare di Dio e Spirito Santo, rispetto a lui e agli
altri. Quando, ad esempio, Don Emilio ci parlava delle sue esperienze personali
e attribuiva certi fatti ed avvenimenti alla misericordia di Gesù, alla forza
dello Spirito Santo o alla bontà del Signore, mi riconoscevo anch’io in quei
piccoli miracoli che sperimentiamo ogni tanto, con la differenza che lui, di
fronte all’esigenza di spiegare certi fenomeni e coincidenze straordinarie, si
ricollegava ai suoi studi ed alla sua religione, dicendo di “subire” ed
accogliere i miracoli che il Signore fa, mentre io invece mi rifacevo alla
cosiddetta legge dell’attrazione, o comunque tendevo a trovare una spiegazione
più individualista e autoreferenziale. Grazie a questa e ad altre impressioni e
sensazioni che ho potuto scambiare, ho capito che, in fondo, la sostanza
rimaneva la stessa, nonostante i due modi diversi di vedere la stessa cosa.
Devo ammettere che, almeno per ora, non ho cambiato le mie idee convergendo
verso la visione di Don Emilio e della Chiesa in generale. Cambieranno solo nel
momento in cui (e questa è la domanda fondamentale con la quale sono uscito da
questa settimana) capirò se esiste e se è possibile creare un gruppo di persone
con un legame simile che tutti noi abbiamo vissuto e percepito (anche coloro
che si sono imbattuti per caso nel nostro gruppo il giorno di Ferragosto, i
quali, guarda caso, sono esplosi di generosità, trasformata egregiamente in
forma di offerte, grazie anche all’opera del compagno Riccardo) senza però
avere come protagonisti della comunità Dio, la religione, la bibbia, i frati, i
preti e le preghiere. In ogni caso, al centro - e qui mi sembra che eravamo
tutti d’accordo - c’era la presenza dell’amore, nella sua ampia accezione del
termine. Amore per il prossimo, per la vita, per quello che si fa e si dice,
oltre all’amore vicendevole fra un figlio e i suoi genitori, fra marito e
moglie e fra fidanzati. D’altronde, se Dante Alighieri 700 anni fa concluse la
Divina Commedia con "l'amor che move il sole e l'altre stelle." e
Roma altro non è che Amor (amore in latino) letto al contrario non è un caso.
L’unico momento, direi ‘meno
positivo’, più che negativo, è stato, secondo il mio parere, il giro di considerazioni
finali, che dovrebbe essere cambiato o rimosso. Ciascuno di noi è stato spinto
a dire qualcosa davanti a tutti e questo ha causato una visibilissima tensione
generale, sfociata in pianti sì di gioia, ma anche di paura e pressione, a mio
modestissimo avviso. Andrebbe dunque aggiustato prevedendo la facoltà, e non
l’obbligo, di esprimere i propri pensieri davanti a tutti, proprio perché per
alcune persone rimane molto difficile e traumatico essere forzato a trovare
delle parole da dire davanti agli occhi di tutti. (Luca)
Sono
grata al Signore per avermi fatto conoscere questa realtà, i frati cappuccini e
questo gruppo fantastico di giovani che nel tempo mi hanno cambiato la vita;
sono felice che questo senso di fraternità venga trasmesso ogni volta ai
ragazzi nuovi e che ci si senta come in famiglia. Grazie a don Emilio per le
catechesi e per le sue testimonianze di vita: fa sempre molto piacere conoscere
persone così semplici, umili e vere! E grazie ad ognuno di voi perché
testimoniate con le parole, i gesti e le vostre esperienze che la fede ancora
esiste, quella vera, e che il Signore ci ha toccati, ognuno esprimendolo a modo
suo. Confidando di ricordarci sempre il giorno del nostro battesimo, in ricordo
che siamo fratelli in Cristo, auguro a tutti di trovare la propria strada per
la vera felicità!!! (Chiara)
"Com'è
bello, come dà gioia, che i fratelli stiano insieme": posso dire di aver
vissuto questa gioia che, al solo ricordo della settimana di esercizi, torna a
riscaldarmi il cuore! L'augurio che faccio a me e a tutti noi è di cercare e
creare questi momenti intensi di fraternità, perché sono la chiara
manifestazione della presenza di Dio e del suo amore per noi: nella fraternità
ci sentiamo accolti, abbracciati, apprezzati per quello che siamo...
un'esperienza che cambia la vita e che ci ricorda la bellezza e la gioia di
essere cristiani. Grazie di cuore a tutti voi che siete l'anima e il corpo di
questa fraternità! (Lucia)
E’
stata una bellissima esperienza quest'anno a Cingoli, soprattutto con don
Emilio che ha un po’ risposto alle domande che mi facevo da tempo e grazie a
lui ho capito cosa vuol dire il perdono. E grazie a tutti voi perché ci
comportiamo come fratelli e sorelle e abbiamo stretto un buon rapporto con i
nuovi arrivati, come si dice sempre amore fraterno e soprattutto come dice Gesù
"Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi". (Vincenzo)
La
settimana che ho trascorso a Cingoli è stata un'esperienza bellissima da non dimenticare
e da portare nel cuore! Sono stata contenta di essere cresciuta nella
fede con gli esercizi spirituali, inoltre ho conosciuto persone fantastiche che
mi hanno insegnato molte cose. Quindi li ringrazio tutti di avermi accolto
come fa una vera famiglia. (Sara)
Questo é il mio quarto cingoli e ognuno mi ha lasciato qualcosa di speciale. In tutti sono stato impegnato con la musica, in tutti ci sono stati scherzi e in tutti ho conosciuto qualche nuovo fratello. Ciò che cambia in questo é l'intensità con cui ho vissuto le catechesi e la musica. Forse ho trascurato un po' le riflessioni personali o il conoscere tutti ma ho sentito così tanto vicine a me le parole di Don Emilio che mi hanno toccato moltissimo. Allo stesso modo ho sentito quanto la musica possa trasmettere la gioia e abbellire preghiera. Quello che inizialmente sembrava distante e inconciliabile si è rivelato semplice e vicino quando Don Emilio ha preso la chitarra per cantare con noi. Grazie a tutti per questa grande lezione di umiltà, semplicità e gioia. (Fabio)
Cingoli 2015: Si, il Signore non finisce di
stupire e coinvolgere. Nessuno, forse pensava che la settimana di Esercizi
Spirituali per giovani a Cingoli non fosse riuscita bene, ma il soffio dello
Spirito è qualcosa di molto più grande di un semplice buon fine. Lo Spirito si
vede negli occhi, si ascolta dalle parole che la bocca proferisce, si
percepisce nei gesti, si intuisce nell'entusiasmo del momento, colmo di gioia,
e nello sguardo verso il futuro, pieno di speranza. Ho rivissuto, per alcuni tratti, alcuni momenti che mi hanno
fatto tornare indietro verso ricordi di 17 anni fa, ma che mi hanno spinto
anche in avanti con fiducia. Forse, allora, avevo un po' meno anni e qualche
pensiero in meno... ma lo Spirito, sempre Lui, è datore di vita e la rinnova
nel profondo. Grazie a don Emilio, grazie a tutti i miei fratelli e sorelle,
giovani e adulti. Questa è la Chiesa che desidero, questa è la fraternità che
desidero, questo è ciò in cui credo e che Dio rende possibile. Grazie. (fra Andrea)
Una serie muri crollati a terra.
Fa pensare a un terremoto ma è l’immagine che mi viene per descrivere questa
settimana. Non sembra cosa buona e invece è buonissima perché quei muri
vietavano agli occhi un panorama stupendo, quello che ognuno di noi porta dentro
di sé. I muri sono caduti, mi sembra proprio di tutti, e una bellezza inaudita
ci ha riempito gli occhi e il cuore, quella che solo la presenza dell’amore di
Cristo sa creare. (fra Sergio)
Sono tornato
oggi pomeriggio dopo una settimana di esercizi spirituali vissuti con una
cinquantina di giovani dai 17 ai 30 anni delle Marche. Vi sono stato invitato
dai responsabili, Fra Andrea e Fra Sergio, pur conoscendomi poco! Giorni incredibili
per l'intensità e la freschezza di Vita. Avrò bisogno di più giorni per
rendermi conto di quanto abbiamo vissuto. Grazie, Spirito Santo, che ci hai
guidato a una maggiore comprensione del mistero di Gesù e ce lo hai fatto
gustare in una vita realmente fraterna, che ha dato
tanta gioia - ne sono certo - a san Francesco e santa Chiara d'Assisi.
Grazie a ciascuno dei partecipanti che mi siete stati
fratelli e sorelle, padri e madri; ora continuiamo in strade diverse, ma ci
incontreremo di nuovo, quando Dio lo permetterà! Una certezza mi
è maturata nel cuore ascoltando oggi le impressioni: "Non ci lasceremo
rubare l'ideale della vita fraterna!", così come Papa Francesco si augura
per quanti non solo si accontentano di seguire Gesù ma vogliono fare la propria
parte affinché tanti, tutti (possibilmente) lo incontrino e scoprano la strada
per la felicità: loro e di tutti! Sì, una persona che ha trovato e risposto
alla vocazione, non solo è felice, ma comunica gioia a chiunque! (Don Emilio Rocchi)
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