Dal Vangelo secondo Matteo (27,45-54) - Domenica delle Palme
A mezzogiorno si fece
buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò
a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio,
perché mi hai abbandonato?». Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano:
«Costui chiama Elia». E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la
inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano:
«Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce
ed emise lo spirito.
Ed ecco, il velo del
tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si
spezzarono, i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti,
risuscitarono. Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella
città santa e apparvero a molti. Il centurione, e quelli che con lui facevano
la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono
presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».
COMMENTO
“Dio mio, Dio mio, perché
mi hai abbandonato?” Secondo l’evangelista Matteo sono le ultime parole di Gesù
prima di morie. Se Gesù stesso nel momento della morte si è sentito abbandonato
dal Padre, come non potremo, e come non potremmo, esserlo anche noi nei tanti
momenti di difficoltà, di dolore o di qualsiasi altra prova? Gesù, nel momento
di estremo dolore, in realtà prega il Padre con le parole del Salmo 22
intitolato: “Sofferenze e speranze del giusto”. La morte ha impedito a Gesù di
continuare questa preghiera, questa invocazione che continua poi al versetto 6
con queste parole: “…i nostri padri a te gridarono e furono salvati, in te
confidarono e non rimasero delusi”. Se la morte ha soffocato queste ultima
parole, dall’altra essa ha letteralmente aperto e inaugurato l’attuazione della
speranza del salmista. “i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che
erano morti, risuscitarono”. Proprio quei santi che uscirono dai sepolcri nel
momento della morte del Cristo … furono i primi a non restare delusi della
speranza che avevano posto nella salvezza di Dio. I santi sono la parola di
Cristo che continua nella storia. Da quel momento, da quel giorno preciso in
cui è avvenuta la morte di Cristo la speranza ha continuato a portare il suo
stesso volto: il volto di un’umanità sofferente ma che nel grido di dolore di
Cristo trova la voce, la direzione del compimento e dell’esaudimento della sua
richiesta di giustizia e di salvezza. Anche la disperazione non è più assoluta,
dal momento che è accompagnata e assunta da quel grido di Cristo Signore, morto
e risorto per noi.
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