venerdì 12 marzo 2021

Credere per vivere veramente


IV domenica di Quaresima, anno B – 14 marzo 2021



Dal Vangelo di Giovanni (3,14-21)

In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: 

«Come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna.

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. 

Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. 

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».




COMMENTO a cura di Paride Petrocchi da Offida, redazione on line www.legraindeble.it

Non esistono tempi sospesi, esistono solo tempi compiuti. Non esistono tempi da mettere tra parentesi, esistono tempi sintatticamente diversi ma tutti essenziali. Non ci credete: vivere per credere!

In questo Vangelo della IV domenica di Quaresima, l’evangelista Giovanni ci consegna sommessamente questa verità sul tempo e lo fa andando in picchiata su un verbo: credere.

Un verbo che ricorre, se ho fatto bene i conti, cinque volte e quando vi è una molteplice ricorrenza, ciò che emerge è tutta la sua importanza.

Quindi credere sì, va bene ma perché?

Per vivere e non vivacchiare, per non subire la “sindrome della tana”, così di moda in questi tempi, una tana dove nascondersi in arrivo della primavera.

Credere per arrendersi ad una semplice e travolgente verità: la nostra vita, la nostra esistenza è nelle mani di Dio Padre.

Una verità che cogliamo con la testa ma che fa fatica ad essere accolta dal cuore, in quanto serpeggia sempre quella tentazione del giardino dell’Eden di un Dio che – sotto sotto – vuole il nostro male, un Dio malevolo e invece il Dio di Gesù Cristo è un Dio potente e misericordioso, un Dio che – come scrive Giovanni – “ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Unigenito”.

Ma noi uomini abbiamo preferito le tenebre alla menzogna, abbiamo avuto lo sguardo basso quando, invece, l’avremmo dovuto tenere alto e fisso su quella Croce – testimone silente e drammatica – di un amore che non fa scorte ma che ama e che ci fa esclamare: veramente tutto concorre al bene di coloro che amano e si lasciano amare da Dio.

Una verità facile da credere? No! Se c’è una cosa che accomuna santi e peccatori è il chiaroscuro della fede: un po’ si crede e un po’ no ma come “aumentare” questa fiducia?

Vi giro un “compito per casa” che mi è stato affidato da una sorella contemplativa, Suor Maddalena: “Fissa per cinque minuti, non di più, ogni giorno il Crocifisso e vedrai…”.

Vi lascio così, in questa letizia tipica della IV domenica di Quaresima, siate lieti perché Dio ha vinto il mondo!


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