di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Marco (6,7-13 ) - XV Domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese
a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro
di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca,
né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete
partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero,
andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per
loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti
demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
COMMENTO
L’evangelista Marco è particolarmente affascinato
dalla potenza di Gesù sul male e sugli spiriti impuri e non manca di raccontare
dettagli e particolari di come Egli interviene potentemente anche su tutti gli
elementi del creato: Gesù seda le tempeste, placa i venti, guarisce i malati,
risuscita una ragazzina morta (come abbiamo ascoltato due domeniche or sono).
Il brano di oggi offre due ulteriori particolari
del potere di Gesù. Il primo è che esso è trasmissibile e non una prerogativa
che si arresta a Lui; può essere esercitato da chiunque venga da lui
incaricato, attraverso un mandato personale ad annunciare il Regno, una investitura
a compiere gli stessi gesti straordinari compiuti dal Maestro, e anzi anche di
più grandi, come Egli aveva già anticipato ai discepoli. La Chiesa, nella trasmissione
di tale mandato di annunciare la parola e amministrare la Grazia di Dio può
sembrare cosa troppo umana, ma così ha voluto il Signore, affermando di fatto
un’identità tra l’accoglienza dei suoi missionari e l’accoglienza della sua
stessa persona.
Oltre a questo vi è un secondo particolare forse
più stringente: l’autorità di Gesù non ammette compartecipazione con altri
poteri. Su questo Gesù è stato molto esigente “ … ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone:
né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare
due tuniche.”
Gli apostoli e tutti coloro che sono chiamati ad
agire in nome di Gesù son chiamati a ripercorrere la stessa esperienza del loro
mandante che da ricco che era si è fatto povero per arricchire noi del suo
amore, perché in definitiva non si può pensare di affermare la buona notizia
del Regno appoggiandosi sulle stampelle di poteri finanziari o politici; il
discepolo di Cristo, certo, si confronta
e si propone anche nel dibattito politico e civile per collaborare
all’edificazione di una società più giusta e vivibile, ma non per questo
pretende di imporsi ricorrendo a strumenti che non siano la forza insita nello
stesso messaggio di misericordia del Vangelo.
Il Signore ha ogni potere sul male e quindi
perfino sulla morte, e questo ci basta, ma ci chiede di evitare qualsiasi
compromesso o tentativo di diversificazione del rischio. Nella vigna del
Signore o si punta tutto sulla sua parola o comunque si perde.
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