sabato 11 novembre 2017

Olio per lampade cercasi

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Matteo (25,1-13) - XXXI domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono. A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”. Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”. Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”. Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”. Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”. Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».

COMMENTO
Ormai verso la fine dell’anno liturgico e con l’approssimarsi della Solennità di Cristo Re dell’Universo, di quel Cristo che tutto ricapitola nel giudizio finale, i Vangeli di queste Domeniche ci invitano a riflettere sulla realtà dell’incontro finale col nostro Salvatore, il Signore Gesù.

In questa parabola ci sono dieci vergini che rappresentano la totalità di un’umanità che cerca con tutte le proprie forze il proprio sposo, cioè il termine della propria ricerca di felicità. La verginità è un po’ il simbolo della donazione totale, e in effetti possiamo ben dire che il cuore dell’uomo in un modo o in un altro, forse a volte in modo sbagliato, è comunque teso alla felicità, ed è per questo che ciascuno di noi naturalmente è sempre un essere “in uscita”, perché sente di non bastare a sé stesso.

Il punto è che secondo il narratore cinque sono sagge, e portano oltre alle lampade dell’olio in piccoli vasi; cinque sono stolte e hanno solo le lampade. Quell’olio che trovano le prime profuma già di un incontro finale; quell’olio che le sagge approvvigionano è già il frutto di un desiderio così intenso che le rende capaci di riconoscere lo sposo nei piccoli gesti quotidiani, nei piccoli del mondo (svantaggiati, malati, sofferenti), in tutte quelle situazioni in cui lo Sposo-Salvatore ama velarsi per non uccidere la nostra libertà. Ecco i piccoli vasi delle cinque sagge! Tra l’uscita per andare incontro allo sposo e l’ingresso alla festa nuziale c’è un “frattempo”; esso è questo tempo che stiamo vivendo in cui siamo chiamati a riconoscere la presenza del Signore in ogni frammento della nostra giornata.

Quante persone tristi e sconsolate ci passano accanto! Nel dar loro calore umano troviamo la presenza nel mistero del Signore Gesù che, come olio, ravviva la lampada della nostra speranza e desiderio di Lui. Quante persone assetate di affetto attraversano la nostra giornata! Nel donar loro il nostro affetto faremo esperienza di un affetto ben più grande, quello del Signore stesso. Tutti i piccoli del mondo saranno allora i piccoli vasi in cui incontreremo e riceveremo l’unzione di Cristo, che ci preparerà per l’incontro finale quando lo vedremo “faccia-a-faccia”, così come Egli è.

Chi non riconosce il mistero di Dio rendersi presente in Cristo Gesù, e nei piccoli del mondo, non potrà ricevere l’olio della sua presenza e la sua attesa si spegnerà. Per questo il Signore dirà loro: “non vi conosco”. 

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