di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Marco (1,40-45) - VI Domenica del Tempo ordinario
Venne a lui un lebbroso e, buttandosi in ginocchio, lo pregò
dicendo: «Se vuoi, tu puoi purificarmi!» Gesù, impietositosi,
stese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio; sii purificato!» E
subito la lebbra sparì da lui, e fu purificato. Gesù lo congedò
subito, dopo averlo ammonito severamente, e gli disse: «Guarda
di non dire nulla a nessuno, ma va', mostrati al sacerdote, offri per la tua
purificazione quel che Mosè ha prescritto; questo serva loro di testimonianza».
Ma quello, appena partito, si mise a proclamare e a divulgare il
fatto, tanto che Gesù non poteva più entrare apertamente in città; ma se ne
stava fuori in luoghi deserti, e da ogni parte la gente accorreva a lui.
COMMENTO
Gesù impone ai
demoni di tacere, ai malati di non divulgare le guarigioni da lui operate ma
chiede a questo lebbroso di presentarsi ai sacerdoti, “come testimonianza per
loro”. Sappiamo che Gesù temeva il
fraintendimento della sua identità di Messia-Salvatore, perché non pochi erano
quelli che attendevano un Messia politico, nazionalista, un patriota che avesse
liberato la nazione ebraica dal potere politico romano, o un profeta che avesse
definitivamente chiuso la storia e instaurato il Regno eterno del Signore.
Gesù
non si vuole nascondere tuttavia di fronte ai sacerdoti, ai responsabili del
culto-ebraico, perché anzi proprio loro avrebbero dovuto essere i primi a saper
cogliere il senso della sua missione di salvezza: se guarire dalla lebbra significava
far uscire un uomo da uno stato di emarginazione dovuto al pericolo del
contagio e dalla condizione di impurità spirituale che si credeva ad esso associata,
così facendo Gesù di Nazaret annuncia
che il suo perdono guarisce, e che perdonando non solo si ristabilisce una
piena comunione con Dio ma si ricreano le condizioni per una libera e fraterna
convivenza umana.
La vera lebbra che sempre più Gesù individuerà come il vero
nemico da combattere dunque è proprio il peccato, che separa l’uomo da Dio e
dalla comunione degli uomini. Il
lebbroso ha creduto nella potenza di Cristo. “Se vuoi puoi guarirmi” egli dice;
proprio i sacerdoti invece, gli specialisti del sacro, si dimostreranno
incapaci di capire il nuovo, di credere che per liberarsi dal male non sarà più
necessario emarginare i malati e i peccatori, come insegnavano le leggi di
purità rituale del libro del Levitico, ma fare comunione con il Santo, con
colui che ha potere di ricreare e di rinnovare l’umano purificandolo con il
sacrificio della sua croce.
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