sabato 24 ottobre 2020

Al cuor non si comanda?

Commento al Vangelo della XXX Domenica del TO / A - 25 ottobre 2020


Dal Vangelo secondo Matteo (22,34-40)

In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai Sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».



COMMENTO 

Ringraziamo, per il commento di questa settimana, Emanuela Mori da Offida, della redazione on line http://www.legraindeble.it/

A volte anche noi mettiamo alla prova Dio, presumendo di conoscere il giusto. Ma Dio non si scompone: il tranello che il fariseo voleva porgli, Gesù lo tramuta in occasione per dare un insegnamento a tutti noi, perché siamo "come pecore senza pastore" (Marco 6,34). 

Gesù risponde: "Il grande comandamento è quello dell'amore". È qui l'assurdo: si può "comandare" l'amore? Nella nostra presunzione diremmo di no: "l'amore o c'è o non c'è, o lo senti o non lo senti; se non lo sento, le nostre strade si dividono", ci dice la nostra cultura dominante, e le amicizie finiscono, i rapporti si sgretolano e anche i legami familiari vacillano. Ma Dio ha un progetto di bene per noi. Dio non la pensa così: per Lui l'amore non è "quello che sento". Sulla croce, Dio non pensava alle tenebre che "sentiva" nel cuore (altrimenti, sarebbe sceso); pensava al Bene che poteva farmi con la sua resurrezione. L'amore esige i fatti. Non i nostri sentimenti, ma avere in noi "gli stessi sentimenti di Cristo" (Fil 2,5 e ss.). 

Mettendo il nostro cuore nel suo cuore possiamo sentirci capiti profondamente e misteriosamente, e unire le nostre sofferenze al valore salvifico della Sua croce. Unendoci a Lui, alla sua croce, anche quella frattura che percepiamo tra il nostro cuore e le esigenze dell'amore sarà redenta, inabissata nella sua morte (cfr. Rom 6,3-4), illuminata dalla sua resurrezione. E il mio cuore troverà la pace che desidera, intraprendendo la via dell'amore verso Dio "con tutto il mio cuore, con tutta la mia anima e con tutta la mia mente", e verso il prossimo "come me stessa". Perché "chi cerca il Signore, non manca di nulla" (Salmo 34,11). 

Buon cammino! 

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