di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Giovanni (4,5-42) - III° Domenica di Quaresima
Giunse pertanto ad una città della Samaria
chiamata Sicàr, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo
figlio: qui c'era il pozzo di
Giacobbe. Gesù dunque, stanco del viaggio, sedeva presso il pozzo. Era verso
mezzogiorno. Arrivò
intanto una donna di Samaria ad attingere acqua. Le disse Gesù: «Dammi da
bere». I suoi discepoli infatti
erano andati in città a far provvista di cibi. Ma
la Samaritana gli disse: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che
sono una donna samaritana?»...
COMMENTO
La sete di Gesù al pozzo di Giacobbe ha tutta l’aria
di non essere un pretesto, una scusa per "attaccare bottone" e convertire
la tipa samaritana, ma appare una sete reale, l’emergenza di un bisogno
primario. Il fatto è che nel corso del dialogo la samaritana avverte nel cuore
una sete di tipo diverso, potremmo dire un bisogno ancor più primario, la sete
cioè di verità e di salvezza: "la donna allora lasciò la brocca e corse in
città e disse alla gente «venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello
che ho fatto. Non sarà il Messia?»" (Gv 4,29).
La donna era venuta anche
lei per prendere un po' d'acqua con la sua brocca ma poi nel corso del dialogo
si è accorta che c'è un di più che va oltre le esigenze materiali, si è accorta
che nella sua vita c'era qualcosa che non andava: "hai avuto cinque mariti
e quello che hai adesso non è tuo marito"; a tal punto che questa donna
lascia lì la sua brocca e corre ad annunciare l'avvenimento ai suoi compaesani.
Forse la dimentica, forse la lascia volutamente per arrivare più veloce in
paese; in ogni caso il suo cuore è preso!
Gesù è mendicante per donarci ben di più di ciò che chiede. La sua sete al
pozzo di Giacobbe ci rimanda alle sue ultime parole sulla croce: " Sapendo
che tutto era compiuto Gesù disse: ho sete" ( Gv 19,28). Gesù ha sete di
dissetarci. Gesù è il nostro Dio, l'unico, venuto alla ricerca dell'uomo per
donarci la salvezza eterna. Egli viene come colui che chiede per non
obbligarci, per farci aprire gli occhi su ciò che con ancor più forza noi
dovremmo chiedere a Lui: salvezza, vita eterna, liberazione dal male, pace
senza fine, amore per sempre. Potrà sembrare strano ma è così: viene a donarci
tendendo la mano come un questuante. Tuttavia se guardo solo alla storia della
mia famiglia francescana vedo una schiera beata di frati questuanti che erano
degli apostoli efficacissimi. Anch'essi andavano cercando grano, mosto, pane,
ma davano la Parola di Dio, un'acqua viva dunque, una parola di salvezza.
Colui che chiede si pone al di sotto dell'interlocutore, colui che chiede è
inferiore al donatore, colui che chiede è il più debole e non può imporre
nulla, colui che chiede lascia libero di dire "NO". Gesù ci salva
gratis, ma non per forza. Ecco perché mi chiedo spesso se i missionari che
operano nel terzo mondo evangelizzino più quei popoli ai quali, insieme al
Vangelo, danno tante cose e tanti servizi essenziali, o più i nostri conterranei
ai quali, in nome dell'annuncio del Vangelo, tendono costantemente la mano.
La Chiesa sarà la vera Chiesa di Cristo e saprà evangelizzare il mondo intero
quando non solo saprà soccorrere i poveri, ma quando saprà essere la Chiesa DEI
poveri, mendicanti dei beni che passano
per trasmettere ciò che sazia per l'eternità.
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