di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Matteo (17,1-9) - II° Domenica di quaresima
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e
Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu
trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue
vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed
Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi
essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e
una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li
coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è
il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento.
Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi
da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non
temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di
questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai
morti».
I vangeli delle prime due domeniche di Quaresima segnano proprio la porta d’ingresso nel cammino quaresimale di ogni anno. Nella prima, contempliamo Gesù in tutta la sua umanità che lotta contro le insidie del nemico e le tentazioni del mondo; nella seconda, l’odierna, Gesù appare invece nella gloria divina della sua umanità trasfigurata.
Vivendogli accanto i discepoli hanno avuto la possibilità di sperimentare più di una volta in presa diretta qualche bagliore della potenza divina del loro Maestro. I miracoli ("Chi è dunque costui al quale perfino il mare e il vento obbediscono?"- Mt 4,41), le parole di saggezza che uscivano dalla sua bocca ("Donde gli viene questa saggezza?"- Mt 13,53) e l'evento della Trasfigurazione, hanno di fatto accompagnato il cammino di Cristo verso Gerusalemme e costituito l'esegesi più chiara dei suoi insegnamenti.
Il Vangelo di oggi ci racconta proprio l'episodio
della Trasfigurazione. Egli appare a Pietro, Giacomo e Giovanni in una luce
nuova: il suo volto splendeva come il sole e le sue vesti divennero bianche
come la luce. Al suo fianco Mosè e Elia, a testimoniarne l'autorevolezza. Da una parte potremmo dire: beati loro che hanno visto! Sarebbe stato bello
essere al loro posto e vivere quegli attimi di immensa consolazione. Dall'altra occorre osservare: quella luce si è forse spenta? La luce di Cristo
non continua forse a brillare sul volto di tanti suoi discepoli di ieri e di
oggi? Quanti Santi sono stati e continuano ad essere la
"trasfigurazione" del volto crocifisso e glorioso di Cristo risorto?
Quella luce balenata in anticipo ai tre intimi di Gesù sul monte della
Trasfigurazione (il Tabor), generata sul monte Calvario e sprigionata il giorno
della resurrezione, non si è mai spenta. Persecuzioni, calunnie, le infedeltà
stesse di tutti i cristiani, non hanno più potuto estinguere questa luce
meravigliosa, anzi essa va crescendo. Noi sappiamo che a cominciare dal Natale
di 2000 anni fa' la luce di Cristo, simboleggiata dalla stella di Betlemme, ha
"illuminato" e "guidato" la storia dell'umanità, prima i re
magi e poi milioni di uomini, e ancora illuminerà e guiderà tutti gli uomini
della terra verso la città futura, la città eterna, la Gerusalemme celeste, la
dimore eterna di Dio con l'uomo dove non ci sarà più lamento, né lacrime (cf Ap
21,5) e dove non ci sarà più né luce di sole, né della luna, perché la Gloria
di Dio la illumina (cf Ap 20,23).
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento