Dal Vangelo secondo Matteo (5, 20-22a.27-28.33-34a.37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io vi
dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei
farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai; chi avrà ucciso
dovrà essere sottoposto al giudizio”. Ma io vi dico: chiunque si adira
con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Avete inteso che fu detto: “Non commetterai adulterio”. Ma io vi dico:
chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con
lei nel proprio cuore.
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. Ma io vi dico: non giurate affatto. Sia invece il vostro parlare: “sì, sì”, “no, no”; il di più viene dal Maligno».
COMMENTO
“Domaine litigieux,
danger de mort!” (Proprietà contesa, pericolo di morte!). E' una scritta che ho
trovato un giorno sul muro di una casa in Africa. Spesso si trova la dicitura" proprietà contesa" ma questa volta mi ha colpito l'aggiunta: "… pericolo di morte!"In realtà nell'intenzione
di chi ha scritto c'è la volontà di tenere alla larga potenziali intrusi che
vogliano prendere le difese di una delle due parti; una sorta di avviso per
dire: "non vi immischiate o ci lasciate le penne!". Però in questa
frase c'è una saggezza evangelica ispirata dall'alto e che ritroviamo proprio
nel brano di questa Domenica.
In fondo è vero: la
divisione, la contesa, la lotta, portano sempre alla morte spirituale, alla
riduzione della bellezza del vivere, anche di colui che riesce a spuntarla.
L'odio genera morte eterna, ma di chi fino all’ultimo lo serba in cuore. Le parole di Gesù sono un
rimprovero severissimo. Colui che dice all'altro
"rinnegato" ne risponderà nel fuoco della Geenna. ( Mt 5, 22 )
Inoltre, non solo Gesù ci
chiede prima di avvicinarci al suo altare di preoccuparci di ciò che noi
abbiamo contro gli altri, ma di preoccuparci anche di ciò che gli altri hanno
contro di noi; in teoria senza alcuna colpa oggettiva da parte nostra. Dice infatti "Quando presenti la tua offerta all'altare, se lì ti ricordi che tuo fratello ha
qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta , davanti l'altare, e va prima
a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta (Mt 5, 23 ).
Il discepolo di Gesù deve
essere sempre strumento di comunione, mai di divisione. Il fatto stesso che
qualcuno possa soffrire per causa mia, anche se non ho alcuna colpa, mi deve
interpellare e spingere a "guadagnare" alla pace il mio fratello,
nella misura evidentemente della consapevolezza che ne ho. Certo, posso non
essere a conoscenza di tutti quelli che ce l'hanno con me per non so quale
motivo. Il Signore ci chiede di creare comunione là dove possiamo. E se il
fratello rifiuta il gesto di comunione noi continueremo a pregare per lui.
Qui non si tratta di una
purezza rituale, come quella che ricercavano i farisei (fariseo voleva dire
appunto "puro") ma di una purità esistenziale, di vita, di cuore.
Due domeniche fa' abbiamo sentito: "Beati i puri di cuore perché vedranno
Dio!". Si, i puri di cuore vedranno Dio e lo fanno pure vedere agli
altri.
Cerchiamo la purezza del
cuore, la pace con tutti, anche con quelli che ci hanno ferito e deluso. E' questione di volontà, ma di una volontà
che si dirige alla Grazia, perché il perdono, la pace sono doni della Grazia di
Dio e senza la Grazia resteremo prigionieri all'infinito del rancore, dalla
rabbia e dell'amarezza. Chiediamola insistentemente , con preghiere, digiuni e
atti di carità concreti. La preghiera domanda, la
penitenza ottiene, la carità riceve.
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