«È in quei momenti che fabbrico i miei pensieri più veri,
mentre cammino per le strade,
osservando la gente che passa,
ascoltando i discorsi, a volte
assurdi,
di alcune persone o assaporando il
sole che mi scalda dentro».
Quando lessi per la prima volta
queste parole di Josè Saramago mi colsero di sorpresa, era come se stesse
descrivendo me, un ritratto perfetto in poche pennellate. Lo scrittore
portoghese, però, non stava tracciando solo il mio ritratto ma anche il profilo
di tanti uomini e donne, infatti quei tratti, quei colori sono simili a molti.
Il pensare mentre si cammina e il
camminare mentre si pensa: è un modo di fare e di essere tipicamente umano, che
ha una lunga storia, una lunga tradizione e soprattutto un profondo senso. Lo
sapeva bene, il discepolo più famoso di Platone, Aristotele di Stagira, il
quale insegnava camminando nel Peripato di Atene. Passo dopo passo, pensiero
dopo pensiero, Aristotele trasmetteva ai suoi discepoli, più che concetti e
nozioni, l'amore per il sapere.
Così quando, una soleggiata
domenica mattina di Novembre, mi è arrivata la proposta di scrivere su questo
blog, un'immagine si è palesata nella mia mente: un uomo che pensa mentre
cammina, un uomo come tanti, come me, come te, come Aristotele. Aristotele, nel
suo peregrinare, che non era un vagabondare, poiché aveva una meta e un
compito, non era solo. Era ben consapevole del rischio di intraprendere un
cammino di conoscenza da solo, il rischio di perdersi o di fermarsi troppo
presto nel lungo cammino verso la verità. Così mentre insegnava ai suoi
discepoli, apprendeva da loro, insieme condividevano dubbi, riflessioni.
Perché vi racconto ciò? Perché
vorrei fare con voi questa esperienza, camminare e discutere insieme con la
sola ed essenziale differenza, che io non ho nulla da insegnare, ma solo
qualcosa da condividere e molto da imparare. Non penso e non voglio che sia un
cammino facile, perché mi auguro che sia un cammino di crescita. Così ogni due
settimane vi proporrò una riflessione su alcuni temi di vario genere: l'etica applicata, alcuni aspetti di
attualità, le “parole dimenticate”, il commento di alcuni film e libri; poi nel
“mezzo del cammin” potremo riflettere insieme su altri argomenti che possono
essere importanti e significativi per noi.
Sinceramente l'idea di fare il
“primo passo” porta con sé più interrogativi che sicurezze, ma come scrive
Gramellini, nel suo primo romanzo L'ultima riga delle favole: “Se vuoi
fare un passo avanti, devi perdere
l'equilibrio per un attimo.”
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