Dal Vangelo secondo Giovanni - (15,26-27; 16,12-15) - Solennità di Pentecoste
In quel tempo, Gesù
disse ai suoi discepoli: Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal
Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza
di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne
il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la
verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi
annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è
mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho
detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».
COMMENTO
Il nostro carissimo
Papa Francesco ultimamente ci sta ricordando la virtù della “parresia” cioè
della franchezza, del saper parlare apertamente e sinceramente. Come molte
altre, anche questa virtù è stata
vissuta in pienezza da Gesù di Nazaret, non è da dubitarne, che è costretto però a rimandare all’azione
dello Spirito Santo il completamento delle molte altre cose che vorrebbe dire,
perché i suoi discepoli non potrebbero comprenderle, non essendo “capaci di
portarne il peso”.
C’è un limite
oggettivo nell’intelligenza e nell’anima umana e la conseguente necessità che la rivelazione del messaggio di salvezza
avvenga gradualmente, strada facendo, secondo la capacità di intenderlo. In un
altro passo già Gesù aveva giustificato
il permesso di Mosè di dar l’atto di ripudio alla propria moglie “a causa della
durezza del cuore” (cfr Mt 19, 3-9) richiamando a ciò che era in principio
nell’iniziale e felice condizione dell’uomo, in piena armonia con Dio: piena
armonia alla quale lo Spirito ci vuole ricondurre dandoci un cuore di carne, e
togliendo da noi il cuore di pietra, indurito dall’oblio degli insegnamenti del
Signore.
Un secondo aspetto. Il
centro della nostra fede, il volto della misericordia di Dio Padre, è sempre la
persona di Gesù, via , verità e vita ma è così: ci sono cose che devono essere
comprese con il cuore, nel profondo dell’anima, tramite ispirazione interiore e
non sarebbero altresì sufficienti i nostri sensi comuni, la vista , il tatto o
l’udito per maturare convinzioni radicate che conducano a scelte forti,
definitive e costose in termini di rischi personali. Se ci pensiamo bene le
scelte più importanti della nostra vita nascono proprio da convinzioni
interiori, da sensazioni che elaboriamo nel sacrario interiore della nostra
persona che è la coscienza. Ed è proprio qui che lo Spirito Santo, lo Spirito
di Dio ci parla, con le stesse parole del figlio Gesù, con lo stesso amore di
Dio Padre.
Ci verrebbe pensato
che Gesù aveva tutto il tempo per istruire bene, accuratamente i suoi discepoli, ma la comprensione per via
sensoriale necessariamente dovrà essere completata da una comprensione per via
spirituale. Di questo si incaricherà lo Spirito Santo che prenderà ciò che è
del Padre e del Figlio stesso Gesù e lo comunicherà a tutti gli uomini di buona
volontà che con cuore aperto e puro si disporranno alla ricerca della verità e
del bene.
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