di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Giovanni (15, 9-17) - VI Domenica di Pasqua
Come
il Padre mi ha amato, così anch'io ho amato voi; dimorate nel mio amore. Se
osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i
comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore. Vi ho detto
queste cose, affinché la mia gioia dimori in voi e la vostra gioia sia
completa. Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri,
come io ho amato voi. Nessuno ha amore più grande di quello di
dare la sua vita per i suoi amici. Voi siete miei amici, se fate
le cose che io vi comando. Io non vi chiamo più servi, perché il
servo non sa quello che fa il suo signore; ma vi ho chiamati amici, perché vi
ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio. Non
siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi, e vi ho costituiti
perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; affinché tutto
quello che chiederete al Padre, nel mio nome, egli ve lo dia. Questo
vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.
COMMENTO
Come sempre buone notizie! Almeno due. Lassù
qualcuno ci ama, che poi sarebbe anche quaggiù perché Gesù di Nazareth offre la
sua vita per noi, paga il riscatto al regno del male, del nulla, del non senso
al quale i nostri progenitori ci avevano venduti e ci riconsegna al Regno del
Padre nel quale ci comanda però di rimanere osservando i suoi comandamenti.
Il Signore Gesù ci dona e ci rivela l’infinito
amore di Dio in cui lui stesso dimora in eterno. Certo, alle nostre orecchie
“comandare” non fa una bella assonanza con “amare”: in questa era di
sindacalizzazione spinta, chi comanda già si presenta molto male e
difficilmente può sperare di essere amato. il presupposto dell’amore sembra
solo e sempre la libertà. … ma dovremmo aggiungere che il presupposto della
libertà è di riconoscere che non sempre siamo davvero liberi e che facciamo
molta fatica a capire, riconoscere e distinguere il bene dal male, e che per
giunta facciamo molta fatica a mettere in pratica quel bene che pur abbiamo
intuito.
Seconda buona notizia: il Signore non ci chiede
qualcosa che è al di fuori delle nostre possibilità. Gesù dice “come il Padre
ha amato me anche io ho amato voi”. Noi siamo già, ci muoviamo, respiriamo
dentro un ambiente d’amore, perché l’amore con cui Gesù ha amato Dio Padre e
con cui Dio Padre ha amato Gesù, il Santo Spirito è stato riversato nel cuore
dell’uomo, e per questo noi possiamo rispondere a questo pressante appello. Che
in fondo è un appello a far circolare la sua Grazia.
Il Signore non chiede per se, non ha bisogno del
nostro amore, ma più correttamente vuole che facciamo circolare ai fratelli la
sua benevolenza, la sua carità. Non dice “come io ho amato voi, amate me” ma
piuttosto : “come il padre ha amato me, io ha amato voi, così pure voi amatevi
a vicenda”. Come già disse Sant’Agostino, solamente chiediamo al Signore di
donarci quella capacità infinita di amare che già Lui è disposto a donarci:
“dammi ciò che comandi e comanda ciò che vuoi!”
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