sabato 6 aprile 2019

Infedeli ognuno a modo suo

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (8,1-11)
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

COMMENTO
Non saranno stati tutti così, ma questi scribi e farisei di cui abbiamo appena sentito parlare non erano certo interessati alla custodia della legge di Dio, e tanto meno erano interessati alla salvezza dell’anima della signora sorpresa in adulterio. Avevano certo delle attenzioni personali, ma nei confronti di Gesù solo, e solo per avere un pretesto per accusarlo. Una prima conclusione: quando le domande sono sbagliate non esistono risposte che tengano. Nel cuore di questi uomini non ci sono intenzioni sincere, e allora non potranno avere risposte soddisfacenti.