Dal Vangelo secondo Marco (3, (20-25) - X Domenica del Tempo Ordinario
In quel tempo, Gesù entrò
in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure
mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo;
dicevano infatti: «È fuori di sé». Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme,
dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del
capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può
Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non
potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non
potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è
diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa
di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà
saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai
figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi
avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di
colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Giunsero
sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a
lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le
tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre
e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti
attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la
volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
COMMENTO
Recentemente Papa
Francesco ha parlato del dramma della corruzione. Con questa parola egli
intende ben di più della corruzione come la intendiamo normalmente, come un
concedere privilegi agli uni a scapito di altri per ottenere benefici. Qui si
tratta della corruzione del cuore, della durezza del cuore, della
“sclerocardia” come diceva San Paolo. La bestemmia contro lo Spirito Santo a
cui allude Gesù in questo passaggio assomiglia proprio a questo: la durezza del
cuore, l’insensibilità a guardare con coscienza onesta e aperta quello che
avviene davanti i nostri occhi.