sabato 29 ottobre 2016

L'importante non è essere alti ma all'altezza

di fra Damiano Angelucci




Dal Vangelo seconco Luca (19,1-10) - XXXI Domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto».

domenica 16 ottobre 2016

Lo stalking della vedova

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8) - XXIX domenica del tempo ordinario
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

COMMENTO
Nella parabola la vedova sembra vittima di un’ingiustizia umana, cioè di un mancato rispetto di un accordo umano, di una legge che regola i suoi rapporti con gli altri. Ma da questo episodio in cui il giudice, di per sé ingiusto, accetta di ristabilire un’umana equità tra la vedova e il suo avversario, Gesù giunge alla conclusione: a maggior ragione quanto più il Padre nostro non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di Lui? Ma cosa gridano (o cosa dovrebbero gridare) giorno e notte gli eletti al Signore? Cosa è la giustizia nei rapporti tra Dio e l’uomo?

sabato 8 ottobre 2016

Dieci miracolati, un solo salvato

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Luca (17,11-19 ) - XXVIII domenica del tempo ordinario
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».

COMMENTO
Quando Giovanni Battista invia i suoi discepoli da Gesù per chiedergli: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro” , Gesù rispose, dopo aver guarito molti: “andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati … “ Nella tradizione ebraica era quindi presente la convinzione che all’arrivo dei tempi del Messia, di Colui appunto che doveva venire, la lebbra sarebbe scomparsa. Anche perché si vedeva in essa un certo legame con la colpa morale, e se il Messia doveva liberare e restaurare Israele , doveva necessariamente anche liberarlo da questa mortale malattia.

domenica 2 ottobre 2016

Servi no profit

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (17,5-11 ) - XXVII domenica del tempo ordinario
In quel tempo, gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe. Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stríngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

COMMENTO
Un granello di senape: tanto piccola potrebbe essere la nostra fede per poter vedere addirittura sradicato un albero e trapiantato in mare. Gesù parla per assurdo, non perché la fede non possa realmente fare meraviglie ma perché lo sradicamento di un albero normalmente non serve al bene di un uomo, e se per assurdo servisse anche questo, Dio lo farebbe. Cosa serve realmente al bene dell’uomo, cosa giova alla sua felicità, alla sua pienezza? I versetti successivi ci annunciano la ricompensa più bella della nostra vita, quella di essere al servizio del Bene, del Regno di Dio, delle forze dell’amore di Dio che alla fine prevarranno sul male ma che richiedono la nostra collaborazione. In questa lotta l’uomo trova la sua più bella ricompensa nell’essere semplicemente a servizio di Dio.