sabato 27 maggio 2017

Tra dubbi ed esitazioni

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Matteo (28,16-20) - Solennità dell'Ascensione
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

COMMENTO
San Giovanni Paolo II disse che “la fede si rafforza donandola” (Redemptoris Missio, 2), considerando così un dato di fatto l’imperfezione della fede di colui che va ad annunciare la Buona Novella di Cristo. Ed imperfetta doveva essere anche la fede degli undici discepoli ri-convocati da Gesù sul monte in Galilea dopo la sua risurrezione, se è vero che alla sua vista si prostrarono, ma allo stesso tempo dubitarono.

domenica 21 maggio 2017

Nello sguardo dello Spirito

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (14,15-21) - VI domenica di Pasqua
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

COMMENTO
“Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Molti di noi avranno sentito questa bellissima frase tratta dalla celebre favola per adulti “Il Piccolo Principe”. Vedere col cuore significa vedere a partire da un atteggiamento di simpatia, di affetto profondo nei confronti di ciò che si guarda. Quante volte e quante cose noi vediamo eppure non le conosciamo, cioè non siamo capaci di coglierne il significato, la bellezza più intima e vera che racchiudono! 

sabato 13 maggio 2017

Avanti, c'è posto!

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (14,1-12) - IV domenica di Pasqua
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse. In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre».


COMMENTO
In questo passo Gesù si presenta in tutta la verità della sua persona e della sua missione. Abituati a sentirlo parlare in parabole e per immagini, veramente questo discorso sembra duro e difficile a capirsi. “Io sono nel Padre e il Padre è in me”. Come può una persona stare e vivere dentro un’altra?

sabato 6 maggio 2017

La porta della vita

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (10,1-10 ) - IV Domenica di Pasqua
 In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

COMMENTO
Gesù è il riferimento e il modello unico e insostituibile per chi vuole parlare al cuore del popolo di Dio. Gesù è venuto perché Israele e tutta l’umanità abbia la vita e l’abbia in abbondanza e proprio per questo ha accettato di “perdere” la propria vita, donandola sulla croce: per sanare col suo atto di amore misericordioso un’umanità che si era allontanata dalla giustizia di Dio.