venerdì 18 giugno 2021

Sulla stessa barca

Commento al Vangelo della  XII Domenica del TO, anno B – 20 giugno 2021, a cura di Benedetta Dui da Jesi


Dal Vangelo di Marco (4,35-41) 

In quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. 

Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». 

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». 

E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?»




Commento: 

La vita come una barca

È scesa la sera nel Vangelo di questa XII Domenica del Tempo Ordinario. È il momento di ormeggiare la barca e trovarsi una sistemazione per la notte. Mi immagino i discepoli stanchi morti che non vedono l’ora di distendersi da qualche parte e riposarsi finalmente. La giornata è stata strapiena. Gesù ha insegnato tremila cose e forse anche mentalmente i discepoli non Lo ‘reggono’ più tanto, per quanto siano comunque entusiasti di Lui.

Anche Gesù dev’essere stanco ma non esita a far loro una proposta inaspettata: «Passiamo all’altra riva». Gesù ha in mente qualcos’altro per loro. D’altronde un vero maestro come Lui, lo sa che prima di tutto viene la teoria, dopodiché, per assimilare la teoria, occorre fare pratica! 

Penso a tutte quelle volte in cui crediamo di aver fatto tutto, è giunta ‘la nostra sera’ cioè il momento in cui ci meritiamo un po’ di riposo, una pausa-relax che abbiamo intelligentemente programmato, e ci diciamo: “Oh! Adesso, fermi tutti ché finalmente si dorme!”. E invece… ci arriva quel messaggio, quella persona, quell’imprevisto, che scombussola i nostri piani. Eppure se Dio ci chiama a rinunciare a questi ultimi è perché non contano davvero: non saranno la mediocrità né la pigrizia a salvare la nostra barca nella tempesta. L'unico equipaggiamento che ci serve è Cristo. Abbiamo bisogno di cuori liberi e pronti a dire sì alla Sua Parola che, siamo sinceri, comporta da parte nostra una perdita (di tempo, di sicurezze, di riposo, …). In fondo però ci accorgiamo che i sì che diciamo al Signore tirano fuori il meglio da noi, ci fanno prendere la giusta direzione e trovare il senso della vita.

E così i discepoli, seppur sfiniti, mettono in pratica la Parola di Gesù e prendono il mare insieme a Lui. Accettano in sostanza di dare la priorità a un desiderio del Signore, anche strano e lì per lì poco sensato, piuttosto che obbedire al loro personale bisogno di riposare. Stanno imparando a morire a se stessi, a decentrare se stessi e a mettere al centro, al primo posto, la Parola di quel Gesù, che a malapena conoscono.

Si può perdere il sonno per qualcuno? Questo passo di Vangelo sembra risponderci: Sì, per amore si può e si deve.

Gesù: passeggero o capitano?

Gesù non pretende che noi capiamo tutto di Lui, certe volte Lui ci parla e noi non afferriamo il senso di ciò che ci dice, non sappiamo perché quella Parola la stia dicendo proprio a noi. Ciò che Gesù desidera è che Gli diamo fiducia e Lo accogliamo così com’è nella nostra barchetta, esattamente come fanno i discepoli: «Lo presero con sé, così com’era, nella barca».

L’episodio della tempesta sedata ci ricorda che Gesù non vuole essere un passeggero da traghettare nella nostra vita. Lui non vuole starsene in disparte a guardare o a dormire mentre le onde, gli eventi ci minacciano. Se lo fa, è perché non vuole imporsi e attende solo che noi lo svegliamo. Lui ama essere coinvolto in ciò che ci succede bello o brutto che sia, ama essere scomodato da quel cuscino dove talvolta lo releghiamo, ama sporcarsi le mani insieme a noi, ma noi glielo dobbiamo permettere! Non aspettiamo sempre di trovarci in mezzo alla tempesta o sull’orlo del precipizio per invocarlo. Chiamiamolo sempre. Affidiamoci sempre.

Se in qualche modo abbiamo incontrato il Signore nella nostra vita, oggi è il momento di farci tre domande:

Prendiamo sul serio le proposte di Gesù anche quando sono un po’ strampalate? 

Abbiamo mai pensato che Gesù voglia salire proprio sulla nostra barca, cioè voglia vivere insieme a noi la vita?

Lo trattiamo come se non ci sia? O meglio ancora: Gesù è per noi un passeggero o il capitano della nostra barca-vita?

Buona preghiera e buona Domenica!


domenica 6 giugno 2021

DOVE E’ LA MIA STANZA?


Domenica del Corpus Domini - 6 giugno 2021, anno B 


Dal Vangelo di Marco (14,12-16.22-26) 

Il primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 

Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi». 

I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.

Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».

Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.





COMMENTO a cura di Paride Petrocchi da Offida, redazione on line www.legraindeblé.it

Il tema della "stanza" non è affatto nuovo al panorama della spiritualità cristiana, basti pensare a quel bellissimo testo di Teresa d'Avila, Il castello interiore, dove vengono descritte sette stanze nella progressiva conoscenza e comunione con Dio.

Nel passo biblico di questa domenica del Corpus Domini, è lo stesso Gesù tramite due dei suoi discepoli che pone in essere questa domanda: Dov' è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua insieme ai miei discepoli? (Mc 14, 14).

Il termine Pasqua è tra i più evocativi nella letteratura biblica, potremmo fermarci e soffermarci delle giornate intere a discutere di ciò, vorrei porre sotto i riflettori un particolare aspetto della Pasqua: l'alleanza. Per fare ciò facciamo un piccolo salto nelle pagine veterotestamentarie, più precisamente in Geremia 31, 31 - 34:

"Ecco, verranno giorni - oracolo del Signore -, nei quali con la casa d'Israele e con la casa di Giuda concluderò un'alleanza nuova. Non sarà come l'alleanza che ho concluso con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire dalla terra d'Egitto, alleanza che essi hanno infranto, benché io fossi loro Signore. Oracolo del Signore. Questa sarà l'alleanza che concluderò con la casa d'Israele dopo quei giorni - oracolo del Signore -: porrò la mia legge dentro di loro, la scriverò sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Non dovranno più istruirsi l'un l'altro, dicendo: "Conoscete il Signore", perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande - oracolo del Signore -, poiché io perdonerò la loro iniquità e non ricorderò più il loro peccato".

In Geremia il tema dell'Alleanza viene posto in intima connessione con quello della conoscenza, o meglio della comunione con Dio. Ecco dove volevo giungere: la stanza come luogo della conoscenza, della comunione, dell'intimità; il luogo dove Dio si mostra e dimostra il suo infinito ed estremo amore per noi.

E dove si trova questo luogo ospitale? Dentro di noi, quella stanza è il nostro cuore, semiticamente parlando è il luogo dove abita e si radica il nostro vero essere.

Giunge il tempo delle domande: vi è in noi il desiderio di conoscere ed entrare in comunione con il Signore? Abbiamo il desiderio di preparare, pulire, rendere bella e festosa questa stanza?

Buona domenica del Corpus Domini