domenica 28 novembre 2021

La vigilanza degli amici di Dio

 

 I Domenica di Avvento anno C – 28 novembre 2021 

 


Dal Vangelo di Luca (21,25-28.34-36)

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo».

 

 

 COMMENTO a cura di PennaSpuntata

 
Ogni volta che la liturgia dell’Avvento ci propone quel brano del Vangelo che abbiamo ascoltato oggi, io (che sono una storica di professione, e studio la religiosità e il folklore attraverso i secoli) sento il pensiero correre immediatamente a quel misterioso ciclo di segni prodigiosi si manifestarono nei cieli dell’Europa tra il XVI e il XVII secolo.

«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle», si legge nel Vangelo – e a giudicare le cronache dell’epoca, sembrava che quei segni fossero cominciati per davvero.
Nel 1547, gli abitanti del Württenberg riportarono di aver visto comparire in cielo una gigantesca spada sanguinante. Nel 1583, il cielo di Londra si riempì di costellazioni che nessuno aveva mai visto prima (o così, almeno, assicurano numerosi testimoni) mentre raggi di luce attraversavano la volta celeste, simili a frecce scoccate da un arco. Nel 1628, gli abitanti del Berkshire sollevarono lo sguardo al cielo attirati da un fragore, simile a quello di artiglieria, che sembrava provenire da sopra le nuvole, scoprendo che delle entità indistinte stavano combattendo una feroce battaglia sulle loro teste. Una visione un po’ inquietante, fortunatamente compensata da quella che graziò nel 1642 gli abitanti del Suffolk, i quali ebbero il non comune privilegio di sentirsi offrire un concertino da una orchestra d’angeli che li deliziò suonando strumenti a corda. E potrei andare avanti molto a lungo, citando caso dopo caso: i tre soli che illuminarono i cieli del Sussex a più riprese negli anni ’50 del Seicento; i draghi che volteggiarono sul Belgio nel 1579… i cieli erano un posto molto frequentato, all’apparenza.

Ovviamente, nel leggere queste testimonianze, lo storico non può che farsi una domanda: ma cos’è che stavano vedendo veramente, questi poveretti? Probabilmente, nulla di diverso da ciò che ancor oggi spinge molti di noi a scambiare per avvistamenti UFO fenomeni che, ad una attenta analisi, risultano perfettamente spiegabili in termini naturali. Quasi sicuramente, anche all’epoca accadeva qualcosa di molto simile, con l’unica differenza che, là dove noi vediamo una astronave aliena, gli uomini del passato scorgevano fenomeni che riflettevano la loro cultura, le loro preoccupazioni, le loro ansie apocalittiche. In effetti, in quei secoli, si respirava per davvero un’aria che profumava d’Apocalisse imminente: straziata dalle divisioni religiose, minacciata dai Turchi che premevano da est, pronta a precipitare nella Guerra dei Trent’Anni, l’Europa non stava vivendo un bel momento.  

Però è interessante notare una cosa. A differenza di quanto accade oggi con gli avvistamenti UFO, la fascinazione per questi fenomeni non era circoscritta a una specifica fascia sociale. Vale a dire: a queste apparizioni prestavano credito un po’ tutti, dai contadini creduloni su su fino agli studiosi e agli esponenti del clero. Capita frequentemente di leggere nei sermoni d’epoca riferimenti a questi “araldi del Signore” apparsi qua e là nel cielo, col fine evidente di trasmettere un messaggio. Per utilizzare una efficace immagine che spesso appariva nelle omelie dell’epoca, queste apparizioni era sermoni che Dio aveva voluto scrivere nel cielo, al fine di renderle visibili al massimo numero possibile di persone. Insomma, erano fenomeni che davvero portavano a compimento ciò che Gesù aveva promesso ai suoi discepoli:

«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Fortunatamente, i nostri antenati avevano frainteso: non era quella la fine dei tempi e il mondo era destinato ad andare avanti ancora per un po’. E qui lo storico dovrebbe probabilmente commentare scrivendo che, in fin dei conti, questi fenomeni erano un segno dei tempi, che molto ci dicono riguardo la mentalità e le ansie di quel periodo.
Quello però lo direbbe lo storico. Abbandonando invece per un attimo i panni della professionista, chi scrive si sentirebbe invece di fare questa riflessione: sotto un certo punto di vista, fanno pure invidia, però, questi nostri antenati.
A loro bastava vedere in cielo qualche luce strana o qualche nuvola dalla forma suggestiva, e immediatamente il pensiero correva alla venuta di Gesù. Quanta dimestichezza dovevano avere con le promesse fatte dai Vangeli; e con quanta fiducia dovevano attenderne la loro realizzazione, in un futuro prossimo e vicino!

Certo: le attendevano con una intensità tale da far prendere loro lucciole per lanterne, almeno in questo caso. Ma di tanto in tanto penso che vorrei avercela, un po’ di quella loro fede così granitica che sussurrava loro ogni giorno “il Signore è vicino!”. Quanto doveva essere più profondo e più sentito il loro modo di vivere l’Avvento. Magari senza darci agli avvistamenti UFO, ma sarebbe probabilmente caso di tentare di imitarli.


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