domenica 20 marzo 2016

Entriamo nell'oggi di Gesù

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (23,39-46) - Domenica delle Palme
[…] Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.[…]

COMMENTO
La parabola del figlio sprecone ascoltata due domeniche fa’ rimane aperta sul futuro di quel figlio tornato a casa. Nel racconto Gesù è interessato a dirci che il Padre lo accoglie, lo risuscita come figlio e poi il figlio, chissà cosa farà. Domenica scorsa un frangente di vita vera, con una donna (e un uomo) che hanno tradito i loro affetti: la donna viene liberata da Gesù, ma anche qui non ci viene detto cosa farà questa donna poi; e fra l’altro, in questo caso, neppure qualcosa del suo desiderio o meno di cambiar vita.


Qui sulla croce invece la partita si conclude in maniera chiara e definitiva. Il ladro condannato, si perdoni il termine, alla fine ruba anche il paradiso (“oggi sarai con me in Paradiso”).  Perché il suo pentimento arriva fino a riconoscere non solo di aver sbagliato ma anche che quell’uomo, ingiustamente condannato accanto a Lui, può riservagli un posto nel suo Regno. Dopo tanti inviti alla penitenza e alla conversione dei vangeli delle domeniche precedenti, le ultime parole di Gesù in croce appena ascoltate sono come il gran finale di una maestosa opera musicale.


Gesù non rigetta nulla di quanto l’uomo è disposto ad offrirgli, e questo fino all’ultimo momento, anche se alcuni potrebbero discutere la sincerità della fede di chi ormai non aveva nulla da perdere e che poteva rivolgersi a Gesù più per disperazione che per una vera speranza come noi la intendiamo. Ma Gesù non rigetta neppure una fede così risicata, così strappata all’ultimo minuto, perché comunque vera, libera, laddove l’altro ladrone invece lo insultava e anzi, ci dice il testo originale, lo bestemmiava. Il Signore dia a tutti noi il coraggio e l’umiltà di accogliere la sua salvezza e di entrare nel suo ”oggi”.  

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