sabato 6 ottobre 2018

Ad immagine di Dio

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Marco (10,2-16) – XXVII domenica del tempo ordinario                 
In quel tempo, alcuni farisei si avvicinarono e, per metterlo alla prova, domandavano a Gesù se è lecito a un marito ripudiare la propria moglie. Ma egli rispose loro: «Che cosa vi ha ordinato Mosè?». Dissero: «Mosè ha permesso di scrivere un atto di ripudio e di ripudiarla». Gesù disse loro: «Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma. Ma dall’inizio della creazione [Dio] li fece maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. Così non sono più due, ma una sola carne. Dunque l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto». A casa, i discepoli lo interrogavano di nuovo su questo argomento. E disse loro: «Chi ripudia la propria moglie e ne sposa un’altra, commette adulterio verso di lei; e se lei, ripudiato il marito, ne sposa un altro, commette adulterio». Gli presentavano dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso». E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, imponendo le mani su di loro.

COMMENTO
Quando ci chiediamo perché per un cristiano il matrimonio sia un Sacramento, un segno sacro, un segno della Grazia di Dio, ecco che questo brano ci offre una buona risposta. Certo occorrerebbe riferirsi anche a quel primo segno raccontato dall’evangelista Giovanni che Gesù compie a Cana, proprio durante una festa di nozze; e poi la descrizione del matrimonio come di un segno grande in riferimento al rapporto Cristo- Chiesa proposta da San Paolo.

Cosa dice in realtà Gesù in questa risposta ai farisei? In realtà non inventa nulla, ma ribadisce il principio, l’inizio della creazione (la Genesi appunto), il disegno originario di Dio di fare dell’uomo e della donna una coppia emblematica, intensamente simbolica di cosa sia la comunione divina, prima che il peccato rovinasse tale progetto e “obbligasse” Mosé a mettere qualche toppa.

Infatti non solo l’uomo è stato creato maschio e femmina da Dio ma ad un certo punto della sua vita, l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due diventeranno una carne sola. La comunione dell’uomo e della donna è un fatto di libertà, di risposta ad una chiamata che è già scritta nella loro carne, nella loro umanità sessualmente caratterizzata. L’unione dei due non è qualcosa di automatico e predeterminato ma il frutto di un cammino. Ci sarebbe da domandarsi perché non siamo stati creati già uniti fin dall’inizio, visto che la coppia nasce secondo la Genesi da una sorta di sdoppiamento dell’uno da una costola dell’altro. Perché sdoppiare l’uomo e poi chiedergli di tornare ad essere una carne sola?

Perché la comunione vera è questione di libertà, di libera adesione ad un sogno di amore, eternamente vissuto da Dio nel suo essere tri-unitario, e condiviso a noi suoi figli che proprio nell’essere creati a sua immagine, siamo invitati a imitare liberamente la scintilla e l’ebbrezza dell’amore divino, eternamente libero.

Davvero l’unione uomo-donna, l’unità dei due in una sola carne è Mistero grande, come dice San Paolo in Efesini 5; grande perché rende visibile come nessuna altra cosa al mondo l’intensità e l’energia di cosa sia l’Amore comunionale che è Dio, Padre- Figlio e Spirito Santo.

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