di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Luca (5,1-11 ) - V domenica del tempo ordinario
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa
attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di
Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e
lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi
un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le
vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la
notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero
così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.
Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli.
Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare. Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo:
«Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti
aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano
fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di
Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di
uomini». E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
COMMENTO
“ … sulla tua parola getterò le reti “. La nostra
vita scorre in mezzo a tante parole dette e ascoltate da chi ci vive intorno.
Una parola ci può turbare, provocare gioia, e anche se detta per scherzo non ci
lascia mai indifferenti. San Giacomo dice nella sua lettera che la lingua è un
piccolo organo ma può fare tanto male. Ha ragione: si può uccidere a piccoli
colpi più con le parole che con i fucili.
Ma quali sono le parole a cui diamo fiducia? Di
chi ci fidiamo? A cosa appoggiamo le nostre speranze, le nostre aspettative di
un mondo migliore, più giusto, più pulito in tutti i sensi? Gesù, umile perché incarnazione dell’umiltà di
Dio, non risparmia il suo insegnamento alle folle perché ha la missione di
donare agli uomini di tutti i tempi le parole di comprensione e amore di Dio
Padre. Su quella riva e dentro quelle barche vuote Gesù avrà visto le reti senza
pesci, i volti delusi e sconfortati di quei pescatori; eppure prima di invitarli
ad una nuova pesca che sarà “miracolosa” Gesù insegna, dona la sua parola.
L’urgenza di una pesca andata male avrebbe dovuto
spingerlo ad una soluzione pratica e immediata, a riempire le pance prima che
le orecchie. La sollecitudine alle esigenze materiali e fisiche dei poveri non
è mai mancata a Gesù di Nazaret ma qui egli lancia un messaggio forte. Insegnare
anzitutto. Un gesto eclatante non sarebbe valso nulla se non fosse stato
accompagnato da un annuncio chiaro, diretto della salvezza di Dio operante in
Lui.
Gesù annuncia, spiega, conforta e poi invita ad
appoggiarsi, a fidarsi, a costruire su di lui e a trasmettere il dono ricevuto,
facendosi “pescatori di uomini”.
Simone dopo aver ascoltato e dopo aver pescato
capisce di trovarsi di fronte ad una presenza affidabile e sicura, perché la
coscienza dell’uomo non rimane mai totalmente sorda ai richiami del Vero, e la
coscienza detta a Pietro una nuova rotta da seguire dispone a seguirla perché
la parola di Gesù ora diverrà il suo sostegno, l’indicazione sicura di una
nuova destinazione e di un destino fino a prima inconoscibile.
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