mercoledì 15 maggio 2013

Servire: voce del verbo morire, per amare e gioire!

di fra Samuele Casali



Servire è anzitutto offrire: offrire ciò che si ha, e prima ancora ciò che si è! «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine» (Gv 13,1). Offro la mia VITA, perché ciò che si avverte aver ricevuto, non si può non condividere. Allora il servizio è condivisione! «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (Gv 15,13). Condivido quando mi accorgo che ogni bene mi è donato, e l’unico guadagno è ridonarlo, e poter così gioire.

«Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava […] cominciò a lavare i piedi dei discepoli» (Gv 13,3.5). Servire è un po’ pulire per poi ricostruire: ho bisogno, ed è necessario, “pulire” la mia vita da tante brutture e sporcizie, per poi poter edificare la vita di tanti fratelli e sorelle che camminano con noi e hanno bisogno della nostra testimonianza. «Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro […] Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi del male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza» (Mc 7,15.20-22). Un cuore puro è «un cuore libero da ogni ombra di invidia, di malevolenza, di discordia, di cattivo sospetto, e da ogni altro cattivo desiderio o cattiva volontà» (sant’Angela Merici, mistica bresciana del ‘500).  Allora «beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8), e amando Dio che non si “vede”, come non amare i fratelli e le sorelle che vediamo?! (cf. 1Gv 4,19-21).

Servire è anche un po’ scomparire, per non apparire, ma nutrire: «se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto» (Gv 12,24). Il cibo, come il sale, nutre quando scompare alla nostra vista e viene assorbito dalla nostra persona: «Mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato (il Padre) e compiere la sua opera (cioè la redenzione dell’umanità)» (Gv 4,34).

Servire allora è anche “un po’ soffrire”, fino “quasi” ad arrivare a morire, per poi accorgersi
che solo allora inizio a vivere: «Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna» (Gv 12,25). È l’amicizia per Gesù, con Gesù, e in Gesù, che ci indica la via dell’Amore attraverso il servizio: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici» (Gv 15,13).

Che bello essere a servizio dell’Amore! A servizio di Colui che è Amore (cf. 1Gv 4,7-8). E proprio mentre servo, avverto le parole di Gesù, Figlio di Dio, Che ci invita: «Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri» (Gv 15,15-17).

Buon servizio nella Sua Gioia!

1 commento:

  1. SOLO L'AMORE CI QUALIFICA. DAL MIO DIARIO GIOVANILE. iariastefano@tuttologo

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