Fabrice Hadjadj, nato a Nanterre nel 1971, è un filosofo e autore drammaturgico francese. Insegna filosofia in un liceo e nel seminario di Toulon. Appartenente a una famiglia ebrea di origine tunisina, è stato educato in maniera «laica» e senza alcun riferimento religioso. Oggi è un apprezzato pensatore, considerato l’astro nascente della filosofia cattolica in Francia e uno degli uomini di cultura più originali d’Europa.
Siamo in un luogo speciale, è la Chiesa di Saint-Séverin e questa chiesa ha giocato un ruolo importante nella mia conversione, diverse cose vi sono accadute.
In questa chiesa sono entrato con un mio amico, in una cappella c’era
una statua di una Madonna, Nostra Signora del Buon Soccorso, circondata
da ex voto. Questi ex voto riportavano dei ringraziamenti per aver
passato un esame o per essere stati guariti da qualche male. Io e il mio
amico, con il nostro spirito volterriano, trovavamo tutto ciò ridicolo.
Anche se un Dio fosse esistito, trovavamo ridicolo che questo
Dio si abbassasse a guardare le piccole cose, i piccoli problemi. Dunque
ci siamo beffati di questa Madonna, di questi ex voto e di questa pietà popolare.
Poi, una settimana dopo, mia madre mi chiama e mi dice che mio padre è malato e io sento dalla sua voce che ha molta paura; crede che avrà un infarto,
che forse morirà, hanno chiamato i soccorsi. I miei genitori abitavano
molto lontano da questo quartiere, dunque presi un taxi per
raggiungerli. Prima di prendere il taxi, la prima cosa che mi
sono ripromesso di fare fu di venire in questa chiesa e di andare a
pregare quella stessa Vergine di cui mi ero beffato...
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