di fra Damiano Angelucci
Dal Vangelo secondo Giovanni (13,31-35) - V domenica di Pasqua
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».
COMMENTO
L’atmosfera è quella
dei grandi addii. Prendendo il boccone di cibo indicato da Gesù, Giuda ha
appena dato il segno ultimo della sua volontà di tradire, cioè di consegnare
Gesù alle autorità giudaiche. L’evangelista annota nel versetto che
immediatamente precede il testo appena ascoltato: “ ed era notte “. Non solo la notte che
seguiva il giorno nel ciclo quotidiano, ma anche una notte simbolica, la notte
del male che sembra prendere il sopravvento sull’amore che invece Gesù è venuto
a predicare, lui volto della misericordia di Dio Padre.
Quale sconfitta più bruciante potrebbe esserci per colui che predica l’amore dell’essere ucciso per invidia ?! Eppure Gesù è lì a consegnare le sue ultime volontà, le sue ultime indicazioni di rotta per un’umanità alla deriva, in balie delle onde del mare dell’odio e della vendetta.
Gesù parla della
Gloria di Dio che si sta rivelando. Apparente paradosso: proprio mentre è buio,
nella notte più terribile, Gesù dice di essere glorificato, cioè che si sta
manifestando in tutto il suo splendore
la sua vera persona, la sua missione, il fine della sua presenza in mezzo a
noi.
La grandezza
insuperabile dell’amore di Dio si rivela proprio qui, nella capacità di
continuare ad amare anche di fronte al rifiuto dell’uomo, di continuare ad
amare sino alla fine, e fino al fine ultimo,
come ci aveva detto l’evangelista proprio all’inizio del racconto
dell’ultima cena: “Gesù, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino
alla fine”. Questa è la Gloria di Dio, questa è la luce di Dio che irrompe
nelle tenebre delle solite cattiverie del mondo.
L’amore di Dio regna perché perdona sempre e
vince l’odio a tal punto che chi muore nel comandamento e nell’amore lasciato
da Gesù potrà andare ben al di là delle
conseguenze del male, superando perfino i confini della morte.
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