di fra Francesco Mengoni
“Sono
quasi pronta, sto arrivando!” quante volte una ragazza avrà gridato questa frase
al proprio fidanzato appena arrivato sotto sua? Inutile dire che il ragazzo
dovrà aspettare ancora molto… Questo perché nella vita non si è mai pronti, e
il motto “io sono nato pronto”, a mio avviso, lo si trova sulla bocca di qualche spaccone!
Tutta la vita è
un’intera “preparazione”, mi viene in mente quando ci si prepara per uscire
la sera, per un incontro di lavoro, per affrontare la nuova stagione sportiva,
per il compito in classe del giorno dopo, insomma ogni evento, ogni
appuntamento, ogni incontro richiede che ci si prepari prima.
Questo
verbo ci mette in moto quotidianamente e in questo tempo speciale non si può non pensare ad un
movimento particolare, forse il più importante della nostra vita, anche se sta
scorrendo occupato da altri accadimenti, è la preparazione alla Pasqua.
Come
ogni uomo si prepara nella propria vita anche Gesù come si dice dalle nostre
parti “non è nato imparato”, ma nell’arco della sua vita affronta diverse
“preparazioni”, basti pensare ai 40 giorni nel deserto che hanno preceduto
l’inizio della sua predicazione, dove incontrerà la sua gente, e alla preghiera
nel Getsemani in vista della croce, in cui incontrerà la morte. In entrambi i
casi Gesù si prepara pregando, intessendo, quindi, una relazione con Dio Padre
perché lo accompagni nell’annuncio del Vangelo e affinché non lo abbandoni nel
momento più tragico della croce.
Questo
Suo modo di incontrare le persone e gli avvenimenti della vita ci spinge a
farci qualche domanda: e io come mi preparo? Come preparo un incontro? Caro
lettore, tieni ben presente queste domande e appena finito di leggere questo
post non andartene su fb, so già che ci sei già, addirittura forse hai la chat
già aperta… Bene con qualche scusa
chiudi le conversazioni in corso e ritirati in camera, fatto? (così direbbe il
buon vecchio Mucciaccia) E pensaci un po’ su...
Una
buona preparazione evita “brutti incontri”. Infatti spesso mi chiedo come
diventa la morte, la mia o quella di qualche caro, vissuta senza Dio, cosa succede se in quell’accadimento
Dio non lo faccio entrare? A me pare che il mistero di quell’evento diventi un
vuoto disperato, al quale non solo non riesco a trovare il senso ma arrivo a
dire che “tutto ciò non ha senso” e allora credo si possa diventare arrabbiati
e prendersela con la crudeltà della vita e con il mondo che ci circonda, ai
nostri occhi diventato totalmente ingiusto.
Se
invece ci fermiamo a pregare un attimo la mattina e sappiamo che “Dio è in
mezzo a noi”, ogni avvenimento non si riduce all’evento stesso ma racchiude in
se anche qualcosa di più, un filo conduttore che accompagna la nostra intera
esistenza e quella di chi abbiamo accanto: l’Amore di Dio. In tempo di
Quaresima non c’è niente di più adatto di una… Buona Preparazione!
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