martedì 17 dicembre 2013

La preghiera è una cosa semplice!


La preghiera è una cosa semplice, ma questo fatto non esclude il bisogno di un’iniziazione. Anzi, direi che è la semplicità stessa ad esigerlo. Infatti la spontaneità, l’immediatezza e la semplicità (qualità imprescindibili nella vera preghiera) non si trovano all’inizio, ma piuttosto al termine del nostro cammino umano e spirituale. E questo è vero in tutti i campi: la pattinatrice che piroetta con grazie e perfezione, sul vostro schermo televisivo, si è allenata per dieci anni, ogni giorno per cinque ore, estate e inverno. Pensate al teatro: un giorno assistendo con alcuni amici ad un’opera lirica italiana, avevamo notato che gli attori più naturali, più veri, quelli che quasi non sembravano recitare, erano i più anziani; ai primi dieci anni di studio intenso al conservatorio si erano aggiunti trent’anni di palcoscenico. Per riuscire a fare cosa? Ad essere totalmente semplici e spontanei. Possiamo senz’altro affermare che la naturalezza è un traguardo del cammino umano.

Chiunque si sia avventurato sul sentiero della preghiera mentale, sa bene quali difficoltà essa comporta. La preghiera pone l’uomo di fronte al proprio destino. L’orazione è una preghiera filiale. In quanto tale, deve diventare simile a quella del Figlio unigenito. Come pregava Gesù di notte? Nel deserto? Il giovedì santo? Nella grande preghiera sacerdotale? La sua preghiera penetrava l’intera verità e l’intera volontà del Padre; essa conteneva il destino di Gesù e di tutta l’umanità.

Pertanto, per mezzo della nostra preghiera filiale ci addentriamo nella dimensione dinamica della preghiera di Gesù, in quanto:
-       ci rende totalmente presenti a noi stessi, nella profondità e nella verità del nostro essere;
-       ci rende pronti ad abbandonare il nostro essere e il nostro destino nella mani del Padre, senza inganni, con sincerità;
-     ci fa prendere coscienza dell’Essere Divino, del suo assoluto, della sua trascendenza e della sua immanenza, finché entriamo in comunione con colui che è «al di là di tutto».
(tratto da Ritorno ala sorgente, Paul de la Croix)

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento