sabato 16 aprile 2016

In che mani ci mettiamo?

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (10, 27-30) - IV Domenica di Pasqua
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».

COMMENTO
“Nessuno può strapparle dalla mano del Padre mio”. L’affermazione di Gesù è molto forte e personalmente mi sembra molto rassicurante; propriamente lo è. Nel momento in cui affidiamo la vita al Signore Gesù, il risorto, colui che , l’unico, dalla morte è passato alla vita, non abbiamo da temere più nulla. San Paolo dirà giustamente scrivendo ai cristiani di Roma: “Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada?  […] Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, né potenze, né altezza, né profondità, né alcun'altra creatura potranno separarci dall'amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore. (Rm 8,35-39).

sabato 9 aprile 2016

Ma la rete non si spezzò

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (21,1-19) - III domenica di Pasqua

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di cento cinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».


COMMENTO
La notte era normalmente nel lago di Galilea  il momento più propizio per riuscire a pescare, “ ma quella notte non presero nulla” racconta l’evangelista. Dice il testo di un canto assai noto: “ e mentre il cielo s’imbianca già, tu guardi le tue reti vuote”. Proprio all’alba di un nuovo giorno, tuttavia Gesù indica dove gettare la rete, perché i sette facciano esperienza dell’autorevolezza di quella parola e capiscano che quella parola dice e realizza. 

sabato 2 aprile 2016

La pace di Cristo e la pace del mondo

di fra Damiano Angelucci



Dal Vangelo secondo Giovanni (20,19-31 ) - II domenica di Pasqua

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».
Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

COMMENTO
“Pace a voi”: Ecco il saluto di Cristo risorto ai suoi discepoli. Le prime parole dopo essere sfuggito alla forza della morte sono giustamente parole di pace, perché sappiamo che solo perdonando come lui ha fatto sulla croce si può sfuggire al veleno del peccato e alle sue conseguenze inevitabili : la morte del cuore, la morte totale.

domenica 20 marzo 2016

Entriamo nell'oggi di Gesù

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Luca (23,39-46) - Domenica delle Palme
[…] Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
Era già verso mezzogiorno e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio, perché il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciò a metà. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo, spirò.[…]

COMMENTO
La parabola del figlio sprecone ascoltata due domeniche fa’ rimane aperta sul futuro di quel figlio tornato a casa. Nel racconto Gesù è interessato a dirci che il Padre lo accoglie, lo risuscita come figlio e poi il figlio, chissà cosa farà. Domenica scorsa un frangente di vita vera, con una donna (e un uomo) che hanno tradito i loro affetti: la donna viene liberata da Gesù, ma anche qui non ci viene detto cosa farà questa donna poi; e fra l’altro, in questo caso, neppure qualcosa del suo desiderio o meno di cambiar vita.

venerdì 18 marzo 2016

Ritiro di Quaresima (foto) - Loreto 12-13 marzo 2016

A voi tutti che avete partecipato all'ultimo bellissimo Ritiro di Quaresima (Con Gesù verso Gerusalemme), eccovi le foto dei momenti più belli. Ringraziamo il Signore e ciascuno di voi per quanto di bello abbiamo vissuto insieme.

giovedì 10 marzo 2016

Così bello da non sembrare vero

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni - V Domenica di quaresima
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo.
Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell’interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch’io ti condanno; va’ e d’ora in poi non peccare più».

COMMENTO
Pensate: in questo episodio tanta è l’indulgenza di Gesù verso l’adultera che a molti antichi biblisti sembrò non fosse autentico, che fosse stato inserito nel Vangelo di Giovanni, almeno in alcuni manoscritti, in tempi successivi. Invece noi sappiamo, e la Chiesa ce ne dà conferma, che il fatto è autentico e anzi annuncia in modo bellissimo e chiaro l’atteggiamento di Dio, e quindi di Gesù, verso chi sbaglia.