venerdì 11 ottobre 2013

Cosa significa "Vocazione"?

di fra Filippo M. Caioni


Diciamo la verità: generalmente la parola "vocazione" fa paura. O meglio, ci fa paura! Il motivo è semplice: essa è legata, nella mentalità comune, ad una certa idea di consacrazione a Dio vista in un contesto di scelta celibataria (di continenza sessuale, tanto per intenderci). Da qui le più svariate e classiche prese di posizione: "... e mica sono scemo io!" - "Io la mia vita la voglio vivere in pienezza e non a metà!" - "... ma chi te lo fa fare" e via discorrendo.

Tutto questo potrebbe (e sottolineo potrebbe!) avere anche un senso ... peccato però che la parola "vocazione" significhi tutt'altra cosa. Ok, il termine "vocazione" etimologicamente, vuol dire "chiamata" (amanti del latino, controllate il verbo voco, vocas ...!), ma non ci dice sicuramente chiamata a fare cosa, nè chiamata da parte di chi, nè tantomeno perché.

Per rispondere a questi interrogativi (non di poco conto!) mi voglio rifare a una situazione esistenziale comune a gran parte degli esseri viventi: tutti gli uomini e le donne, generalmente hanno dei sogni per la loro vita, pensarno alla loro esistenza in questa o in quell'altra maniera ... ah, ecco: si dice "fanno dei progetti", per rendere più significativo possibile il loro passaggio sulla terra. Ora, la vocazione altro non è che il sogno di Dio per ogni singolo uomo, il suo progetto d'amore per la sua piena realizzazione a tutti i livelli. Attenzione però: Dio non chiama mai a "fare qualcosa", ma piuttosto a "essere qualcuno". Ma allora, qual è questo progetto di Dio per l'uomo? Il sogno di Dio è che l'uomo sia santo. La chiamata, la vocazione è alla santità.

Sì, sì, avete capito bene. Come dite? Non fa per voi? Vi sbagliate! Dio chiama ogni uomo ad essere santo. Cosa significa tutto ciò? Chi è il santo? Il santo è proprio colui che si è realizzato pienamente nella vita, come uomo, perché ha scoperto di essere "figlio", figlio di un Dio che si fa chiamare padre, papà. L'uomo è chiamato ad essere figlio di Dio, non "servo", non pedante esecutore dei suoi comandamenti. Figlio, non servo. Questo è il sogno di DIo, e ce lo ha rivelato Egli stesso nella persona (guarda caso!) del proprio Figlio unigenito Gesù Cristo. In Lui noi siamo figli, familiari di Dio, quindi santi (andatevi a rivedere cosa dice il Catechismo sul sacramento del Battesimo!). Ogni uomo, poi, sarà chiamato ad essere "figlio" e "santo" in una particolare forma di vita (è il sogno di Dio che continua"). 

Da tutto quello che è stato detto, capite benissimo che non ci saranno mai "cristiani di serie A" (i preti, i frati, le suore, ecc.) e "cristiani di serie B" (tutti gli altri"), perché tutti hanno la stessa dignità e la stessa importanza agli occhi di Dio, tutti sono figli in Gesù, il Figlio.

Ora sì, si può parlare anche di varie vocazioni - la vita consacrata, il matrimonio, il sacerdozio, la vita contemplativa, missionaria, ecc. - le quali non saranno altro che le forme concrete che il cristiano è chiamato ad assumere per rispondere meglio alla chiamata alla figliolanza divina, secondo il progetto specifico di Dio sul singolo individuo. Non dimenticate mai: la vita di ogni persona, secondo la proprio specifica chiamata, sarà sempre e comunque una storia straordinaria e bellissima, perché unica e irripetibile. Vi rendete conto con quale Dio abbiamo a che fare?

1 commento:

  1. Eh si, l'importante è mettere sempre e comunque Gesù Cristo nostro Signore al centro della propria vita. Io ci sono arrivato tardi a capirlo... ma ora... quanto è bello !!!

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