lunedì 17 febbraio 2014

Perdere

di Alessandra Saltamartini


Nella vita succede di perdere delle persone a noi care: un amico che sparisce per causa di un litigio, un genitore che muore lasciando orfani i figli, la fidanzata che lascia il fidanzato perché ha trovato lavoro in un paese lontano, il figlio che adotta uno stile di vita contrario all’educazione datagli dai genitori e perde con loro ogni contatto… Oltre alle persone, si possono perdere anche gli oggetti come le chiavi dell’auto esattamente quando dobbiamo partire di fretta! Poi, chi è stato studente, sa benissimo con quanta facilità si perdono le nozioni didattiche apprese per un dato esame fino a non ricordarsi nulla, se non vengono più riprese. O chi è affetto da una certa malattia, sa che basta pochissimo per perdere la salute. O chi è sostenitore di un certo partito politico, sa quanto esso, pur di vincere le elezioni, rischi di cadere nell’errore di perdere i più alti valori etici e morali.

L’esperienza dimostra che niente di ciò che abbiamo, a partire dalla nostra stessa vita, dura per sempre, ma che tutto è inesorabilmente destinato a perdersi. Tuttavia nel cuore abbiamo quel desiderio di eterno e di infinito, che cozza contro l’esperienza della precarietà delle cose e delle persone. Ecco che dinnanzi al mistero dell’infinito che contrasta col mistero del finito, proprio quando l’uomo è alla ricerca della verità, Gesù Cristo afferma: “Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia, la troverà.” (Mt 10,39). Gesù è un maestro che non spiega il perché di un mistero più grande della capacità di comprensione dell’uomo, bensì come affrontare il mistero.

Così, le sue parole, non vanno intese nel senso che non serve attaccarsi ai beni, alle ideologie, alle persone, alla nostre stesse vite, perché tutto prima o poi si perde, per cui è meglio non attaccarsi a niente e a nessuno così, fin dal principio, non si perde nulla! Questa infatti è l’opinione di altre persone di ieri e di oggi, ben lontana dall’insegnamento di Gesù Cristo, volto ad affermare piuttosto, che perderà la sua vita, chi si sarà attaccato ad essa rinnegando Cristo stesso, mentre chi avrà lasciato ogni attaccamento terreno per Amore di Cristo, salverà e conserverà la sua vita per sempre. 

Con le parole e soprattutto coi fatti, Cristo ci dà l’esempio di come diventare meno egocentrici e più teocentrici, cioè come mettere al centro della propria vita Cristo stesso che è Dio, perché chi ama Dio al di sopra di tutto, persino al di sopra dell’attaccamento ai propri egoismi, alle proprie idee, alle proprie comodità, ai propri scoraggiamenti, alla propria insicurezza, alla propria superbia, alle persone care, trova una gioia ed una felicità in questa vita che neanche la morte potrà interrompere!

Alcuni che ascoltano l’insegnamento di Cristo, non ne saranno affatto toccati e sarà per loro come non averle mai sentite. Altri si scandalizzeranno come gli scribi e i farisei e andranno contro di lui con ogni modo e mezzo. Altri ancora, si lasceranno emozionare e percepiranno un gran sollievo nell’ascoltare parole così confortanti, che però al medesimo tempo implicano uno sconvolgimento, una trasformazione, una conversione a 360° prima del nostro modo di pensare e poi del nostro modo di vivere! Allora serve perdere innanzitutto il nostro modo di pensare e poi di agire, per acquisire il modo di pensare e poi agire di Cristo, se vogliamo guadagnare una vita di gioia piena ed infinita già da ora!

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