giovedì 28 febbraio 2013

Cercare: voce del verbo vivere

di fra Giuseppe Giovannini

«Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore» 

(Sal. 36



Cercare è movimento che nasce da un miscuglio – secondo quantità e modalità variabili – di molteplici ingredienti: cuore, mente, mani, piedi, luccichii, passioni, sguardi, persone, perdite, pagine, strade… Questo impasto, attesa in alcuni casi la lievitazione della programmazione, è messo a cottura nella vita quotidiana, nella quale ognuno si rende conto che l’esistenza stessa è un cercare in continuazione.
C’è una stretta relazione tra la vita e il cercare, un bacio unisce la vita e il cercare facendone una carne sola: la vita è cercare e il cercare è vita.

La vita è cercare, è “desiderio di”. Pensando a un ricerca de-siderante, cioè che riguarda le stelle, spunta nel bel cielo limpido dei Vangeli la stella che guida i magi nel loro cammino – paradossale –  alla ricerca del Messia. I 3 cogliendo i segni che brillano nella loro vita iniziano a indagare e ricercare. Si avviano verso un luogo lontano e indefinito. Nel loro itinerario è presentata un’unica tappa intermedia prima di arrivare a destinazione: quella da Erode, o meglio dalla Parola perché la domanda all’autorità avida non trova risposta, invece la Parola dà loro responso pronto. Giunti alla mèta provano una gioia grandissima che li porta a inginocchiarsi: il mistero è lì svelato e loro sono pronti a offrire dei doni, segni della loro attenzione. La ricerca è sì compiuta ma si apre verso nuove strade dove far emergere la luce accolta stando in adorazione. La forza di quella luce è talmente forte che la porteranno sempre con sé, sarà come faro per tutte le altre ricerche. Ricchi di questa consapevolezza si rendono anche conto che è necessario continuare ad alimentare questa luce dirompente ritornando in ginocchio ad adorare. «Perché cercandoti ti trovi e trovandoti continui a cercarti»: questa è la sintesi del percorso dei magi… e di ogni battezzato!

Il cercare è vita, è generare. Cercare per Luca ha a che fare con il 15 (giocando con il numero: 1+5=6 e il 6 cerca un altro 1 per arrivare a 7 ed essere settimana, pienezza), con un pastore e delle pecore, una donna e un soldo, un padre e 2 figli. Per il pastore, la donna e il padre il cercare nasce dall’aver perso qualcosa di caro e si concretizza in una volontà forte e decisa nel far tornare alla luce piena, vera e propria ciò che è entrato nel buio e nella disperazione. Se l’origine e il fine della ricerca dei 3 personaggi sono comuni, le modalità architettate per la loro realizzazione sono diverse. Il pastore lascia il gregge incustodito mettendolo a repentaglio a motivo dello smarrimento di una sola pecora; la donna accende la lampada e pulisce casa; infine il padre vigilando pazientemente e silenziosamente cerca tra gli spiragli delle finestre il momento del ritorno del prodigo. 3 modalità lontane, ma al contempo vicine perché legate insieme da una ricerca che fa tornare in vita, che riporta gioia alla vita: il pastore ritrovando la pecora smarrita non la punisce a suon di vergate, al contrario se la carica sulle spalle portando tutto il suo peso e, arrivato a casa, invita tutti i vicini per una festa; la donna lieta per il ritrovamento della moneta perduta organizza una festa; il padre, vedendo da lontano tornare il figlio, si muove a compassione, gli corre incontro, gli si getta al collo, lo bacia e fa festa.

Ecco tratteggiato un veloce “doppio trittico”: i 3 magi + i 3 personaggi di Luca = 6. Ci risiamo con il 6! Con la “sufficienza”! Allora mi sa proprio che manca qualcosa a questo quadro variopinto! Deve pur esserci un 1 da qualche parte per arrivare a interezza. Aspettate un attimo. Tornando al gioco di prima, il giorno che manca per arrivare a completare la settimana è quello del “riposo”, perché negli altri 6 che abbiamo visto si è faticato sempre per cercare! L’1 che non è stato addizionato è il tempo del “riposo”, nel quale si sperimenta che il cercare non ci situa solo come “soggetti” (io cerco) ma anche come “oggetti” (sono cercato). Questa sarà la domenica: festa che nasce dallo stupore di percepirsi cercati e trovati dal Signore che viene. Personaggio emblematico della domenica è Zaccheo, il quale, cercando di vedere Gesù, fa invece esperienza di essere visto, fissato e ricercato perché proprio in quel giorno, in quell’oggi il Signore deve fermarsi da lui.

Buon “cercare” a tutti… e buon lasciarsi “cercare”!

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