di fra Giuseppe Giovannini
«Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore»
(Sal. 36)
La vita è
cercare, è “desiderio di”. Pensando a un ricerca de-siderante, cioè che
riguarda le stelle, spunta nel bel cielo limpido dei Vangeli la stella che
guida i magi nel loro cammino –
paradossale – alla ricerca del Messia. I
3 cogliendo i segni che brillano nella loro vita iniziano a indagare e ricercare.
Si avviano verso un luogo lontano e indefinito. Nel loro itinerario è
presentata un’unica tappa intermedia prima di arrivare a destinazione: quella da
Erode, o meglio dalla Parola perché la domanda all’autorità avida non trova
risposta, invece la Parola dà loro responso pronto. Giunti alla mèta provano
una gioia grandissima che li porta a inginocchiarsi: il mistero è lì svelato e loro
sono pronti a offrire dei doni, segni della loro attenzione. La ricerca è sì
compiuta ma si apre verso nuove strade dove far emergere la luce accolta stando
in adorazione. La forza di quella luce è talmente forte che la porteranno
sempre con sé, sarà come faro per
tutte le altre ricerche. Ricchi di questa consapevolezza si rendono anche conto
che è necessario continuare ad alimentare questa luce dirompente ritornando in
ginocchio ad adorare. «Perché cercandoti ti trovi e trovandoti continui a
cercarti»: questa è la sintesi del percorso dei magi… e di ogni battezzato!
«Cerca la gioia nel Signore, esaudirà i desideri del tuo cuore»
(Sal. 36)
Cercare
è movimento che nasce da un miscuglio
– secondo quantità e modalità variabili – di molteplici ingredienti: cuore, mente, mani, piedi, luccichii, passioni,
sguardi, persone, perdite, pagine, strade… Questo impasto, attesa in alcuni casi la lievitazione della programmazione, è messo a cottura nella vita quotidiana, nella quale ognuno si rende conto
che l’esistenza stessa è un cercare in continuazione.
C’è una stretta relazione tra la vita e il cercare, un bacio unisce la vita e il cercare facendone una carne sola: la vita è cercare e il cercare è vita.
C’è una stretta relazione tra la vita e il cercare, un bacio unisce la vita e il cercare facendone una carne sola: la vita è cercare e il cercare è vita.
Il cercare è
vita,
è generare. Cercare per Luca ha a
che fare con il 15 (giocando con il numero: 1+5=6 e il 6 cerca un altro 1 per
arrivare a 7 ed essere settimana, pienezza), con un pastore e delle pecore, una
donna e un soldo, un padre e 2 figli. Per il pastore, la donna e il padre il
cercare nasce dall’aver perso qualcosa
di caro e si concretizza in una volontà forte e decisa nel far tornare alla
luce piena, vera e propria ciò che è entrato nel buio e nella disperazione. Se
l’origine e il fine della ricerca dei 3 personaggi sono comuni, le modalità
architettate per la loro realizzazione sono diverse. Il pastore lascia il
gregge incustodito mettendolo a repentaglio a motivo dello smarrimento di una
sola pecora; la donna accende la lampada e pulisce casa; infine il padre vigilando
pazientemente e silenziosamente cerca tra gli spiragli delle finestre il momento
del ritorno del prodigo. 3 modalità lontane, ma al contempo vicine perché
legate insieme da una ricerca che fa
tornare in vita, che riporta gioia
alla vita: il pastore ritrovando la pecora smarrita non la punisce a suon
di vergate, al contrario se la carica sulle spalle portando tutto il suo peso e,
arrivato a casa, invita tutti i vicini per una festa; la donna lieta per il
ritrovamento della moneta perduta organizza una festa; il padre, vedendo da lontano tornare il figlio, si muove a compassione, gli corre incontro,
gli si getta al collo, lo bacia e fa festa.
Ecco
tratteggiato un veloce “doppio trittico”: i 3 magi + i 3 personaggi di Luca =
6. Ci risiamo con il 6! Con la “sufficienza”! Allora mi sa proprio che manca
qualcosa a questo quadro variopinto! Deve pur esserci un 1 da qualche parte per
arrivare a interezza. Aspettate un attimo. Tornando al gioco di prima, il giorno che manca per arrivare a
completare la settimana è quello del
“riposo”, perché negli altri 6 che abbiamo visto si è faticato sempre per
cercare! L’1 che non è stato addizionato è il tempo del “riposo”, nel quale si
sperimenta che il cercare non ci situa solo come “soggetti” (io cerco) ma anche
come “oggetti” (sono cercato). Questa sarà la domenica: festa che nasce dallo stupore di percepirsi cercati e trovati dal Signore che viene. Personaggio
emblematico della domenica è Zaccheo, il quale, cercando di vedere Gesù,
fa invece esperienza di essere visto,
fissato e ricercato perché proprio
in quel giorno, in quell’oggi il Signore
deve fermarsi da lui.
Buon “cercare” a tutti… e buon lasciarsi “cercare”!
Nessun commento:
Posta un commento
Lasciate un commento