mercoledì 2 aprile 2014

Insieme ma soli: online o offline?

di Paride Petrocchi


7 ore e mezza, o meglio 450 minuti, o meglio ancora 27000 secondi. Il tempo che, in media, noi passiamo davanti ad uno schermo durante la nostra giornata. La metà del tempo in cui siamo svegli, siamo “online”; l'altra metà della giornata, invece, la passiamo “off line”, utilizzando la terminologia di Bauman. Ognuno di noi è come se conducesse una doppia vita, di cui i confini non sono volutamente netti. Ricordate la “bolla” del capitolo precedente? Noi entriamo ed usciamo da questa bolla senza renderci conto di ciò, con una naturalezza che spaventa. Il punto critico di questa costante e drammatica oscillazione è la mancanza netta di confini tra il mondo “off line” ed “online” e la conseguente confusione tra queste due dimensioni.

Oscilliamo come un pendolo, di qua e di là, ma dovremmo chiederci: dove è il nostro fulcro? O meglio quale è la nostra realtà? La risposta sembra ovvia, ma come tutte le cose che sembrano, a prima vista, ovvie alla fine non lo sono affatto. Infatti basta che ci poniamo una semplice domanda: saremo disposti a rinunciare alla dimensione “online”? A quel mondo virtuale dove viviamo metà della nostra giornata?

Alcuni di voi, commentando il capitolo precedente di Insieme ma soli, sottolineavano questo aspetto: “Tutto vero, ma c'è qualche soluzione?”. Sono per natura poco incline alle ricette già pronte e alle formule magiche ma mi permetto di indicarvi due piste. La prima, andare a verificare se la nostra relazione tra virtualità e realtà abbia la giusta priorità. Un professore all'università un giorno mi disse: “se il rapporto è realtà, virtualità, realtà allora siamo nella giusta prospettiva, invece se è virtualità, realtà, virtualità allora c’è qualcosa da cambiare”. Questo consiglio è valido sia nel caso dei rapporti tra le persone, sia per il tempo impiegato.

La seconda pista è preservare degli spazi e dei tempi della nostra vita reale (provocatoriamente definita da Bauman: offline) dalla realtà online, perché loro preserveranno e custodiranno noi.  Ognuno di noi conosce quali momenti e luoghi prendersi per fare ciò, tale atto credo possa essere un ottimo esercizio di purificazione. Inizio io, ora mi alzo dalla sedia, spengo il pc e vado a  fare una passeggiata, mi godo il sole che sparisce dietro le montagne, gli uccelli che cantano e i capricci dei bambini, assaporo un po' l’ umanità, un po’ di vita perché “Life is what happens to you while you're looking at your smartphone”.

1 commento:

  1. Ma che bravo Paride!
    Grazie per queste tue belle riflessioni... e adesso vado a farmi una corsetta anche io!!!

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