sabato 5 aprile 2014

Andiamo anche noi a morire con lui!

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (11,1-45) - V° Domenica di Quaresima
Era allora malato un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella. Maria era quella che aveva cosparso di olio profumato il Signore e gli aveva asciugato i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, il tuo amico è malato». All'udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il Figlio di Dio venga glorificato»... 

COMMENTO
Mi colpiscono nel Vangelo della “rianimazione” di Lazzaro proprio le parole di Tommaso, detto il gemello (Didimo): “andiamo anche noi a morire con lui!”. Nel Vangelo di Giovanni spesso i dialoghi sono intessuti di equivoci che svelano gradualmente il vero senso.

I suoi avevano appena espresso lo stupore per il desiderio di Gesù di tornare in Giudea (dove si trova Betania) dove poco tempo prima i giudei avevano cercato di lapidarlo ma di fronte alla sua risolutezza, Tommaso assume fino in fondo le conseguenze della sua scelta di seguire Maestro e dichiara: “andiamo anche noi a morire con lui”. 

Gesù si avviava a Betania per fare il segno più grande dei sette raccontati dall’evangelista Giovanni, quello della resurrezione di Lazzaro, ma Tommaso pensa alla morte. Gesù è figlio della luce, Gesù è La Luce, come abbiamo ascoltato domenica scorsa, ma l’uomo vede davanti a sé solo il muro della morte. Però Tommaso, detto il gemello, accetta la sfida di camminare con Gesù nelle 12 ore di luce del giorno durante le quali splende Gesù, luce del mondo e invita gli altri a fare lo stesso: “andiamo anche noi ….”.

Questo discepolo era soprannominato Didimo, che significa gemello. Gemello di chi? Dove è il fratello che dovrebbe rassomigliargli come una goccia d’acqua in quanto gemello? Fratello, sei tu che leggi. Il fratello gemello di Tommaso devo essere io che mi avvicino a Gesù attraverso questa parola di vita, per dire anche io: “andiamo …”

Gesù è luce del mondo, Gesù è la resurrezione, chi crede e vive in lui vivrà in eterno. Gesù pone anche a noi la domanda posta a Marta “Credi tu questo?” La morte di chi ci è vicino ci strappa un pezzo di vita, ci fa dire come a Marta e poi a Maria: “Maestro, se tu fossi stato qui, nostro fratello Lazzaro non sarebbe morto”. Noi diciamo qualcosa di molto simile: “Signore, se è vero che sei Dio, perché permetti la morte di un giovane, pulito, onesto,  e lasci vivere troppo a lungo dittatori, assassini, pedofili etc. 

Gesù ci pone una sola domanda: “Tu credi che io sono la resurrezione? Che chi crede e vive in me vivrà in eterno?”. Se le nostra risposta è si e accettiamo l’esortazione del nostro fratello gemello Tommaso, e potremo trovare la forza di sopportare la fatica degli impegni familiari (figli ribelli, una fedeltà coniugale eroica da vivere, genitori che sembrano troppo severi …), la fatica del mio lavoro e della fedeltà a degli impegni presi, la fatica di orientare le nostre scelte secondo i criteri del Vangelo; in poche parole la forza di morire a noi stessi, e di accettare anche la morte fisica di chi perdendo la sua vita ci ha già tolto un po’ della nostra, anche se questo ci fa versare lacrime come è successo a Gesù.

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento