sabato 12 aprile 2014

L’acqua di Pilato non lava

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Matteo (26,14 - 27,66) - Domenica delle Palme
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnare Gesù.Il primo giorno degli Ázzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua...

COMMENTO
E’ una realtà che si impone: l’acqua che Pilato ha usato per sciacquarsi le mani e proclamare la sua estraneità al problema-Gesù non ha assolto la sua funzione di purificazione. Pilato è rimasto e rimarrà al contrario il simbolo della vigliaccheria, della colpa di tutti quelli che, volendo togliersi dall’imbarazzo dei problemi, se ne fanno doppiamente responsabili, di tutti quelli che sperando di salvare “capra e cavoli”, perdono capra, cavoli e dignità, a perpetua vergogna. A livello di giustizia civile Gesù resta un accusato in attesa di giudizio.

Pilato consegna Gesù al linciaggio dei suoi fratelli, perché di questo si tratta. Il processo di Gesù resta un processo aperto sulla storia, un processo aperto alla sentenza che ognuno nel suo cuore è obbligato a pronunciare. Colpevole o innocente? Vero o falso? Ci sono stati in questi 2000 anni talmente tanti uomini che hanno dato la vita per Cristo, talmente tanti uomini che al contrario si sono opposti con ogni violenza a tutto ciò che si riferiva a Cristo, che non si può più restare in posizione di neutralità. Due possibilità: o Cristo è veramente risorto dimostrando la sua divinità, oppure tutto ciò che si dice di Lui e che i successori degli Apostoli hanno continuato ad annunciare è un insieme di storie deformate e maliziosamente addomesticate per attribuirsi potere e prestigio.

Pilato ha un volto con delle fattezze molto simili a quelle dell’uomo occidentale contemporaneo, e forse molti altri volti. In ragione di tale somiglianza Pilato evita di porsi il problema dell’identità di Gesù, lo lascia piuttosto risolvere alle folle, a quello che gli altri dicono di Lui, all’esito dell’ennesimo sondaggio di opinioni; dato che ormai chi fa politica non si preoccupa della ricerca del bene comune, ma di soddisfare il ventre di chi urla più forte. In fondo, nonostante la crisi si dorme al coperto, si mangia tre volte al giorno, grazie a una qualche pensione anche il futuro non è troppo incerto e di conseguenza a cosa serve prendere una decisione sull’identità di Gesù? La domanda poi sulla verità è ancor meno urgente: anche il Pilato versione originale chiese: “che cos’è la verità?” e non fece però più di tanto per darsi risposta.

Il Pilato, nostro contemporaneo più di quanto avremmo mai pensato: non scaccia Gesù dalla sua vita ma nemmeno fa niente per tenerlo in vita. L’acqua di Pilato continua ancora oggi ad essere molto usata, ma se duemila anni fa’ non poté purificare  il suo  opportunismo politico, tanto meno oggi può lavare le nostre coscienze colpevolmente distratte. E’ solo dal costato di Cristo che sgorga l’acqua nuova. Questa sì: quest’acqua lava, rigenera, dona vita, purifica, disseta e sgorga dall’unica sorgente del monte Calvario per tutti i crocifissi della storia, per tutti quelli hanno accolto la sfida delle beatitudini e che hanno saputo mettere le proprie spalle sotto la croce di Cristo.

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