mercoledì 4 marzo 2015

di fra Giuseppe Bartolozzi


“Se tu squarciassi i cieli e scendessi”(Is 63,19). Quest’invocazione del profeta Isaia è l’invocazione del popolo di Israele ma è anche l’invocazione di ogni uomo: il desiderio di toccare Dio, avere con lui un contatto sensibile. Ora questo desiderio si è realizzato nel mistero di Gesù Cristo, il Figlio eterno del Dio vivente fatto realmente uomo. 


“Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che i nostri occhi hanno veduto, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, cioè il Verbo della vita – poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta .. e vi annunziamo la vita eterna che era presso il Padre – quello che abbiamo veduto e udito, noi l’annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi: la nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo” (1 Gv 1, 1-3). Ciò che è fin da principio, cioè all’origine del Vangelo come annuncio di Gesù Cristo, è questo: la vita stessa di Dio si è comunicata a noi nel suo Verbo fatto carne, il Verbo della vita venne ad abitare realmente in mezzo a noi (cf. Gv 1, 14). 

San Paolo ha espresso a suo modo la stessa verità dicendo: “È in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2, 9). “Signore, tu sei il mio Dio; voglio esaltarti e lodare il tuo nome perché hai eseguito progetti meravigliosi, concepiti da lungo tempo, fedeli e veri” (Is 25, 1). L’autentica preghiera cristiana nasce dallo stupore, cioè da quel senso di grande meraviglia, considerando che Dio ha realizzato per l’uomo “progetti meravigliosi”. Abbiamo sottolineato l’ultima volta che, nell’annuncio che l’angelo fa a Maria riguardo alla sua divina maternità, appare per la prima volta in maniera esplicita nella divina rivelazione il mistero di Dio Trinità; c’è un secondo momento, strettamente legato al mistero dell’incarnazione, in cui si rivela Dio-Trinità ed è il battesimo del Signore: “Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto”(Lc 3, 21-22). 

L’evangelista Luca di cui abbiamo tratto il brano, segue nella sostanza ciò che aveva scritto Marco, ma egli sottolinea che ciò che si verifica dopo il battesimo è legato alla preghiera di Gesù: è la sua preghiera che fa aprire i cieli, scendere su di lui lo Spirito Santo e risuonare la voce del Padre: Dio, il Padre dà inizio in tal modo al Vangelo (abbiamo ascoltato domenica scorsa che l’evangelista Marco ha usato proprio quest’espressione “vangelo di Dio”), questo Vangelo non ha altro significato se non quello di rivelare chi sia questo Gesù che sale dal battesimo: egli è il Figlio stesso di Dio che inizia il ministero di Salvatore nella potenza dello Spirito Santo, lo Spirito Santo che si unisce al Cristo nel compiere la sua missione, come ci indica l’icona nel quale lo Spirito Santo a destra posa anch’egli la mano sul tavolo dando il suo assenso alla volontà del Padre. 

Cogliamo questa sottolineatura dell’evangelista Luca riguardo al battesimo del Signore: è soprattutto la preghiera di Gesù che rivela il mistero di Dio Trinità. Di conseguenza sarà anche la nostra preghiera al Padre nello Spirito Santo a renderci conformi all’immagine del suo Figlio (cf. Rom 8, 29): a questo siamo stati predestinati fin dall’origine del mondo perché, come ci dice il nostro battesimo, Gesù sia il primogenito di molti fratelli.
                                                                                                                                                                                                                                                          
Seguendo sempre il vangelo di Luca, l’episodio del battesimo del Signore, come manifestazione di Gesù stesso come Figlio di Dio e manifestazione del mistero stesso di Dio come Trinità, ha uno stretto legame con quello della trasfigurazione, anch’esso è una manifestazione divina che rivela il mistero, l’identità di Gesù e anch’esso avviene mentre Gesù sta pregando: “Circa otto giorni dopo questi discorsi, prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. E mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco due uomini parlavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella loro gloria, e parlavano del suo esodo che avrebbe portato a compimento a Gerusalemme. Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; tuttavia essendosi svegliati videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui. Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: Maestro, è bello per noi stare qui. … Mentre parlava così, venne una nube e li avvolse; nell’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce che diceva: Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo” (Lc 9, 28-35). 

L’introduzione (v. 28) contiene due particolari che rivelano nell’evangelista Luca l’importanza della scena e la vicinanza di Gesù con suo Padre, cioè la montagna e la preghiera; anche nel capitolo sesto Luca aveva detto che “Gesù se ne andò sulla montagna e passò la notte in orazione. Quando fu giorno, chiamò a se i suoi discepoli e ne scelse dodici …” (6, 12). È durante la preghiera notturna che “il suo volto cambiò d’aspetto” e che i tre discepoli “videro la sua gloria”. È un’annotazione questa che rivela tutta l’importanza di questo episodio evangelico: essere rivestito di gloria significa partecipare all’intenso splendore del Dio vivente; nell’Antico Testamento, infatti, la parola gloria indica ciò che manifesta Dio agli uomini. 

Così anche “la veste che divenne candida e sfolgorante” testimonia anch’essa che Gesù è entrato nella sfera del mondo divino. In questo modo Gesù è come rivestito in anticipo e solo per un certo tempo, della gloria pasquale che erediterà come Risorto; nel testo si parla infatti della sua dipartita o del suo esodo, che è propriamente la Pasqua, il passaggio da questo mondo al Padre (cf. Gv 13, 1). Tuttavia l’evangelista vuol dire anche che questa gloria era già presente in Gesù prima della Pasqua e che per effetto della preghiera, si irradia dal corpo di Gesù. Con la presenza di Mosè e di Elia alla trasfigurazione di Gesù si vuole indicare che proprio lui, Gesù, è il compimento di tutta la gloria di Dio apparsa nell’Antico Testamento, dalla Legge fino ai Profeti. L’espressione: i discepoli “videro la sua gloria”, non può non richiamarci quel passo del vangelo di Giovanni in cui la gloria di Gesù è strettamente unita con il mistero dell’incarnazione: “e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità” (Gv 1, 14). 

Con questo ci ricolleghiamo all’episodio della trasfigurazione dove appare evidente che la gloria di Gesù è la gloria del Figlio di Dio poiché dalla nube, che sta ad indicare la venuta di Dio, allo stesso modo di quanto era avvenuto nelle manifestazioni di Dio al popolo di Israele nell’Esodo, dalla nube esce la voce del Padre che manifesta, come nel battesimo, Gesù quale suo Figlio e proprio perché è il Figlio del Dio vivente che va accolto, cioè ascoltato, poiché solo lui è nel senso più pieno è la porta (cf. Gv 10, 7), cioè colui che ci fa incontrare il Dio vivente.

“Dio nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito che è Dio e che è nel seno del Padre lui lo ha manifestato”(Gv 1, 18). Questo passo così importante del vangelo di Giovanni, nel quale si dice che Gesù è il solo che mostra il volto del vero Dio perché è il solo Figlio di Dio che proviene dal seno, cioè dall’essere stesso del Padre e dalla sua intimità, ha uno stretto rapporto con un episodio evangelico di cui, oltre all’evangelista Matteo, ci parla anche l’evangelista Luca: “In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata data dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Lc 10, 21-22). 

Luca sottolinea l’azione dello Spirito Santo nella preghiera di lode di Gesù, quello Spirito Santo che è presente e agisce in Gesù a partire dal battesimo: “Gesù pieno di Spirito Santo si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto …” (Lc 4, 1). Come troviamo spesso nel Vangelo di Giovanni qui Gesù si presenta come il Figlio, in senso assoluto, non c’è nessun altro come lui; Padre e Figlio sono sullo stesso piano, si appartengono e si conoscono reciprocamente; il Padre ha dato tutto al Figlio e solo il Figlio, che è Gesù, può manifestare agli uomini il mistero di Dio e con questo far entrare gli uomini in questo mistero o, come viene detto più spesso da Gesù, far entrare nel regno di Dio. 

Questo testo ci dice anche un’altra cosa fondamentale e che riguarda direttamente noi: l’entrata nella comunione col Dio vivente, l’entrata nel Regno di Dio attraverso Gesù è possibile solo a chi si fa piccolo come un bambino ed è per questo che nel vangelo di Matteo Gesù aggiunge: “imparate da me che sono mite e umile di cuore” (Mt 11, 29). La porta per entrare è Gesù e chi vuol entrare deve imparare da lui che pur essendo Dio, nell’obbedienza al Padre ripieno dello spirito Santo, ha umiliato se stesso facendosi uomo e, ancor più, fino alla morte di croce: la via della vita, quella vita che il Verbo della vita fatto carne ci ha portato, è una porta stretta nella quale entra chi è capace di abbandonare completamente se stesso nelle mani del Cristo e questo proprio a partire dalla nostra preghiera: “Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà, ma chi perderà la propria vita per me la salverà. Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde o rovina se stesso? Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria sua e del Padre” (Lc 9, 24-26).

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento