venerdì 15 novembre 2013

Oro sulle ferite


Navigando nel mare di internet si incontrano a volte cose molto belle. Questa è una di quelle che ho avvistato, grazie alla segnalazione di un'amica, e poiché il messaggio che trasmette è davvero d'oro, la condivido qui con voi. (fra Sergio Lorenzini)

Quando i giapponesi riparano un oggetto rotto, valorizzano la crepa riempiendo la spaccatura con dell’oro. Essi credono che quando qualcosa ha subito una ferita ed ha una storia, diventa più bello. Questa tecnica è chiamata “Kintsugi.” Oro al posto della colla. Metallo pregiato invece di una sostanza adesiva trasparente. E la differenza è tutta qui: occultare l’integrità perduta o esaltare la storia della ricomposizione? 


La ferita è dolorosa, e brutta a vedersi. Noi non vogliamo soffrire e non vogliamo intaccare la nostra immagine esterna. Lasciar vedere le crepe sarebbe un suicidio pubblico, un attentato al riconoscimento altrui di cui tanto abbiamo sete. Quando una cosa ha qualche difetto, la si butta non la si ripara. E se questa cosa siamo noi, e non possiamo proprio buttarci via, facciamo almeno in modo di salvare l'apparenza. Gli altri non vedranno le crepe del dolore dietro la nostra ingessata maschera di felicità. E se invece di renderle invisibili, imparassimo a versare oro sulle ferite? I segni della nostra fragilità diverrebbero la mappa della nostra bellezza.

Rendere belle e preziose le “persone” che hanno sofferto……questa tecnica si chiama “amore”. Il dolore è parte della vita. A volte è una parte grande, e a volte no, ma in entrambi i casi, è una parte del grande puzzle, della musica profonda, del grande gioco. Il dolore fa due cose: Ti insegna, ti dice che sei vivo. Poi passa e ti lascia cambiato. E ti lascia più saggio, a volte. In alcuni casi ti lascia più forte. In entrambe le circostanze, il dolore lascia il segno, e tutto ciò che di importante potrà mai accadere nella tua vita lo comporterà in un modo o nell’altro I giapponesi che hanno inventato il Kintsugi l’hanno capito più di sei secoli fa – e ce lo ricordano sottolineandolo in oro.

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