martedì 12 novembre 2013

Pioggia e sorgente: un gioco divino

di Paul de la Croix, (Eremitage de la Source, 1981)



Tra la pioggia e la sorgente vi è un gioco divino.
La sorgente riceve. Tutto. Sa soltanto ricevere.

È accoglienza. È sete. È attesa. Povera, essenzialmente povera.

Ed ecco che la sorgente assetata nasconde questo dono che viene dall’alto nel mistero e nel silenzio. Nella purezza originaria della madre terra. La sorgente non sa cosa sia l’impazienza. Non si cura di fare sfoggio delle proprie ricchezze. Sa attendere. Conosce il prezzo di una lunga elaborazione sotterranea. 

L’acqua piovana, a volte, è torbida; ma chi dice acqua di sorgente, intende l’acqua limpida, più pura e più fresca. Acqua di sorgente! Un giorno la sorgente offre al cielo e a gli uomini il suo tesoro da tempo celato. A sua volta si fa dono e dispensa, a intervalli, la pioggia: giorno e notte, estate e inverno.

Esistono sorgenti che non inaridiscono mai. Essa hanno accolto la pioggia a tali profondità ed a tali altezze, che ciò che avviene in superficie non può toccarle.

Così è la contemplazione.
Essa è il cielo e la terra nell’uomo.
È l’uomo fatto di cielo e di terra.
È purezza e dono nella povertà.
È il gioco divino della saggezza.

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