mercoledì 27 novembre 2013

Presenza e preghiera

di fra Giuseppe Bartolozzi


Il silenzio è un aspetto essenziale della preghiera cristiana nella misura in cui permette di aprirci alla presenza di Dio e di ascoltare la sua Parola, che è il suo Figlio: “Questi è il Figlio mio prediletto: ascoltatelo!”(Mc 9, 7). “Noi siamo assillati dalla vita e stanchi e ci guardiamo intorno se c’è un luogo di tranquillità, di autenticità, di ristoro. Vorremmo riposarci in Dio, lasciarci cadere in lui, avere da lui nuove forze per andare avanti. Ma non lo cerchiamo là dove egli ci aspetta, dove è raggiungibile da noi: nel Figlio suo che è la sua Parola”(von Balthasar). 

L’espressione dell’Apocalisse: “Ecco, sto alla porta e busso”(3, 20), indica con chiarezza che Gesù è presente, è alla porta del nostro cuore: bisogna solo aprire nella fede al Signore che attende. Quest’aspetto è davvero importante per la nostra vita di preghiera: “Indipendentemente da tutto ciò che possiamo sentire o non sentire, dalla nostra preparazione, dalla nostra capacità o meno di formulare dei bei pensieri e qualunque sia la nostra situazione interiore, Dio è lì accanto a noi. … Qualunque sia il nostro stato di aridità, la nostra miseria, l’impressione che il Signore sia assente, non dobbiamo mai mettere in dubbio questa presenza. … Ancor prima che noi ci mettiamo alla sua presenza, Lui è già là, poiché è Lui che ci invita ad incontrarlo. … Dio ci desidera infinitamente più di quanto noi desideriamo Lui” (J. Philippe).
Dovremmo far risuonare nel nostro cuore le parole di Marta a sua sorella Maria quando Gesù andò da loro per risuscitare Lazzaro: “Il Maestro è qui e ti chiama”. Come reagisce Maria a queste parole? “Quella, udito ciò, si alzò, in fretta e andò da lui”(Gv 11, 28). La nostra preghiera più vera, più efficace, sarà quella di aprire il cuore alla presenza del Signore Gesù, riconoscerlo con prontezza mediante la fede come Colui che è presente e ci chiama ad incontrarlo. 

Un autore spirituale afferma: “Ricordo che una delle prime persone che venne a chiedermi consigli dopo che ero stato ordinato presbitero fu una vecchia signora che disse: «Padre, ho pregato quasi senza sosta per quattordici anni e non ho mai avvertito la presenza di Dio». Allora le dissi: «Gli ha dato una chance di proferire anche solo una parola?» «Oh no, disse, ho parlato io per tutto il tempo; non è forse questa la preghiera? ». «Le dissi: no, non penso che lo sia e quel che le suggerisco è di mettere da parte quindici minuti al giorno, restando seduta davanti al volto di Dio». E così fece. Con quale risultato? Presto venne da me e disse: «È straordinario, quando prego Dio, in altre parole quando gli parlo, non sento nulla, ma quando mi siedo nella calma faccia a faccia con lui, allora mi sento avvolta dalla sua presenza»(A. Bloom).

Potremmo affermare che l’autenticità della nostra preghiera dipende dall’autenticità della nostra fede. Senza l’abbandono fiducioso a Lui e alla sua reale presenza come Risorto accanto a noi (“Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”, Mt 28, 29), la nostra preghiera rischia sempre di essere un monologo, cioè rimaniamo chiusi in noi stessi, nei nostri pensieri e nei nostri problemi, senza poter ascoltare la voce di Gesù che ci dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati ed oppressi ed io vi darò ristoro”(Mt 11, 28). 

Un modello di fede che possiamo aver presente nella nostra preghiera è il centurione romano che si rivolge a Gesù per la guarigione del suo servo; cf. Mt 8, 5-10 (lettura). L’espressione del centurione: “… non sono degno … dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito”, è stata ripresa nella liturgia eucaristica quando il sacerdote prima della comunione mostra l’Agnello di Dio ed è stata modificata in relazione a noi che partecipiamo alla celebrazione per esprimere la nostra indegnità e nello stesso tempo la pienezza della fede in Cristo che con la sua parola e la sua presenza salva la nostra vita. Ebbene, quest’espressione potrebbe essere ripetuta di tanto in tanto nella nostra preghiera silenziosa per essere pienamente "esposti" alla forza risanatrice del Signore Gesù.

Nessun commento:

Posta un commento

Lasciate un commento