venerdì 17 gennaio 2014

La staffetta della luce

di fra Damiano Angelucci


Dal Vangelo secondo Giovanni (1,29-34) -  II° domenica del tempo ordinario
Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo! Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele». Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

COMMENTO
Come all’approssimarsi delle olimpiadi la fiaccola olimpica viene portata da personaggi sempre più noti del mondo sportivo e per ultimo da colui che, più di spicco rispetto agli altri, ha l’onore nel giorno inaugurale di accendere il grande braciere, similmente Giovanni il battezzatore vede arrivare il momento di passare il testimone al vero protagonista, all’ultimo tedoforo, al portatore di quella fiamma che dovrà ardere ed esplodere in tutto il suo bagliore non sul monte Olimpo ma sul Calvario, luogo ben più decisivo e cruciale per i destini umani; perché la coscienza di ogni uomo sia rischiarata, perché siano svelati i pensieri di molti cuori, perché finalmente Cristo realizzi nella sua carne “l’immersione” (leggi: il battesimo) nella nostra storia di peccato preannunciata ritualmente nel Battesimo al Giordano.

Questo è stato il desiderio più ardente e tremendo del nostro salvatore, la sua vera passione: accendere il fuoco della carità divina per purificare e infiammare i cuori e che doveva accendersi sulla croce, tanto che lui stessa dirà: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso! C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto! “ (Lc 12,49-50). Un battesimo compiuto sulla croce, ma annunciato al fiume Giordano.

In questo caso tuttavia l’ultimo portatore e testimone della fiamma, Gesù di Nazaret, è la luce stessa e per questo Giovanni dice di lui: “Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.” Gesù è luce e le tenebre non l’hanno accolta ma non hanno potuto arrestare il suo tragitto e il suo destino apportatore di salvezza. La cometa che ha guidato i magi a Betlemme non si è spenta, ma ha continuato a viaggiare perché è stata guidata dalla Luce che era prima di lei e che doveva guidare il Figlio alla sua piena rivelazione, iniziata nel Giordano, compiuta nella Pasqua, manifestata a tutte le genti nella Pentecoste.

A noi atleti dello spirito il compito della lotta gioiosa e vittoriosa che si avvale della forza dell’unico vincitore Cristo Gesù, ricordando l’ammonimento di San Paolo: “ Non sapete che nelle corse allo stadio tutti corrono, ma uno solo conquista il premio? Correte anche voi in modo da conquistarlo!  Però ogni atleta è temperante in tutto; essi lo fanno per ottenere una corona corruttibile, noi invece una incorruttibile.(1 Cor 9,24-25). E dunque, detto in altri termini, accogliendo l’invito alla conversione prima che “i giochi siano fatti”.

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