venerdì 3 gennaio 2014

Sognare

di fra Gianluca Quaresima


Il “sogno” di Dio è l’uomo che vive; e l’uomo vive veramente solo se si sforza di vedere la volontà di Dio in ogni circostanza della propria vita e di scegliere di compierla liberamente ogni volta. Questo che ho appena fatto è solamente un tentativo insufficiente di parafrasare una celebre espressione di uno dei più grandi Padri della Chiesa: Ireneo di Lione. L’espressione esatta a cui mi riferisco è questa: “L'uomo vivente è gloria di Dio; vita dell'uomo è la visione di Dio” ed è tratta da uno degli scritti più interessanti di sant’Ireneo, il «Trattato contro le eresie».

Ebbene, si! Dio ha un sogno sull’uomo; desidera che l’uomo, la sua creatura prediletta, “viva”! E nel fatto che l’uomo vive,  Dio è glorificato! Da cosa riceve vita l’uomo? Dalla visione di Dio, un Dio che poteva starsene bel bello nell’alto dei cieli, disinteressandosi di colui che aveva creato (tanto più che quella sua stessa creatura, l’uomo, ha deciso di ribellarsi al progetto di amore e di comunione che il Creatore aveva per lui) e che invece decide di “sporcarsi le mani”  con lui, mandando il suo Figlio prediletto a rivestirsi della sua stessa carne, della sua stessa umanità. Nella visione di Gesù Cristo, Figlio di Dio fatto uomo, l’uomo riceve la Vita, cioè la vita vera, quella che dura in eterno.

Nel primo capitolo del vangelo di Matteo viene narrato il sogno di un uomo importante per la storia della salvezza: san Giuseppe, sposo della vergine Maria e padre putativo di Gesù. San Matteo ci racconta che la Madre di Gesù, Maria “essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.  Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati»…. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l'angelo del Signore e prese con sé la sua sposa,  la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù” (Mt 1, 18-21; 24-25).

Questa volta il sogno di cui parliamo è un sogno reale e non più inteso in senso metaforico, come nel passo dello scritto di sant’Ireneo da me citato poco sopra. È in un sogno “della mente” avvenuto verosimilmente durante il riposo notturno, che Giuseppe riceve rassicurazioni circa la maternità della sua promessa sposa, la Vergine Maria. Dopo aver visto crollare il sogno di una vita (la sua futura sposa era in attesa di un figlio, prima ancora di essere andati a vivere insieme, chi sa quali terribili dubbi avranno attanagliato la mente del povero san Giuseppe!), Giuseppe riceve da Dio rassicurazioni sul suo futuro proprio in un sogno … che strano gioco lo porta a fare il Signore!

Ed è proprio lì che lo sposo di Maria comprende come vanno le cose con Dio; ciò che umanamente parlando è rassicurante, di fronte a Dio è poca cosa. Lui è l’Onnipotente, e può far si che nasca la vita anche nel grembo di una vergine. Giuseppe è chiamato a fidarsi dell’operato di Dio e a mettere da parte i suoi (legittimi) sogni. Facendo questo egli può dire di “vedere” Dio. Nell’impostazione della sua vita, da già credito alla persona di Gesù, pur senza averlo ancora incontrato. Capisce che se si fida di quella presenza, la sua vita riesce ad acquistare un vero significato, un significato che introduce la sua vita nella vita eterna di Dio. E allora si abbandona e decide di accogliere presso di sé la sua fidanzata. Il resto della storia lo conosciamo molto bene. Giuseppe dunque capisce che sarebbe stato Gesù a dare una pienezza alla sua vita futura e decide di accoglierlo presso di sé per fargli da padre. Vedendo Dio all’opera nella sua storia e fidandosi del suo operato, Giuseppe può dire di vivere veramente; e  da “uomo vivente” rende gloria a Dio.


Un insegnamento per tutti noi, spesso talmente concentrati sui nostri sogni da dimenticare che ciò che ci dà speranza in realtà ha un nome: Gesù. E che questa speranza è una speranza certa, perché in realtà, Gesù non deve venire nella nostra vita, ma vive già in noi grazie al dono del Battesimo che abbiamo ricevuto. Un dono che spetta a noi tirare continuamente fuori dal cassetto in cui lo abbiamo messo; un dono che spetta a noi continuamente scartare affinché porti frutti di vita eterna.  

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